La Sapienza, gli studenti si incatenano per protesta | La polizia reprime l’azione politica
La protesta contro gli accordi sottobanco per finanziare Israele dell’università ha portato alla repressione studentesca della polizia.
Gli studenti della Sapienza, università situata a Roma e di gran pregio, hanno deciso di portare avanti la protesta pro Palestina nelle ultime ore. L’obiettivo è quello di sciogliere i legami con le università italiane e il governo israeliano, il quale si serve dei talenti italiani per fabbricare e ottenere armi, nonché metterle a punto.
Oltre a questo, nello specifico, gli atenei italiani e il centro politico israeliano hanno sottoscritto anni fa il Bando Maeci, un accordo di cooperazione industriale e scientifica. Gli studenti non sono felici di intrattenere rapporti con coloro che perpetrano un genocidio, così hanno deciso di protestare con energia, affinché la situazione cambi.
Nella fattispecie, nella giornata di ieri, 16 aprile 2024, gli universitari attivisti pro Palestina hanno deciso di incatenarsi fuori il rettorato della Sapienza, prendendo d’esempio altri colleghi di altre città, dove lo scioglimento degli accordi è stato ottenuto. Ciononostante, la polizia è intervenuta e ha sedato una rivolta pacifica.
Ancora una volta, il tutto è degenerato: gli studenti hanno organizzato un corteo interno per portare la protesta alle alte sfere, ma questo non è stato possibile, poiché l’intervento della polizia ha cancellato ogni possibilità di disobbedienza civile e politica. Non è noto se tutto questo avrà delle serie ripercussioni sul morale degli e delle studentesse.
La fondazione Med Or
La giornata del 16 aprile 2024 era iniziata con due studentesse, Martina e Letizia, che si sono incatenate al totem davanti all’ingresso del rettorato: quando intervistate, hanno risposto in questo modo: “Vogliamo richiedere lo stop degli accordi dell’università con Israele e le dimissioni della rettrice dalla fondazione Med Or”.
La fondazione citata fa capo all’azienda bellica Leonardo, con cui molte università italiane stringono accordi di collaborazione. Se da una parte, su carta, Med Ora promuove la collaborazione e la promozione di eventi culturali, dall’altra finanzia le spese belliche israeliane. Il rettore della Federico II a Napoli ha provveduto a impegnarsi per uscire fuori la fondazione. Se questo accadrà, sarà merito degli attivisti.