Hashtag è un termine tecnico nel mondo dei social, è una parola composta da due termini inglesi:
Questa parola etichetta, preceduta appunto dal cancelletto, ha una funzione pratica, quella di aggregare dei post o dei temi sotto una parola chiave che gli utenti potranno usare per cercare con più facilità tanti post e contenuti su uno stesso tema.
Gli hashtag sono poi diventati importanti per la comunicazione social media e molte aziende, editor, politici e personalità li hanno usati per creare hashtag personalizzati per brand, prodotti, motti, programmi televisivi o radiofonici. La prima funzione però è pratica e nel Web orientare la lettura, facilitare la ricerca risaltando temi di attualità, brand o nomi ricercati va a vantaggio di tante cose.
Gli hashtag sono nati su Twitter, l’inventore fu l’avvocato Chris Messina di San Francisco nell’agosto del 2007. Usò il cancelletto davanti a #barcamp spiegando in una frase che con # si facilitava la ricerca di quell’argomento da discutere o da condividere.
Seguì Nata Ritter che lo usò ad ottobre dello stesso anno per creare condivisione di contenuti e informazioni sugli incendi della contea di San Diego. La parola messa in risalto fu #sandiegofire.
Seguirono poi le Elezioni presidenziali in Iran del 2009 a livello internazionale. Il cancelletto rafforzava il semplice tag o parola chiave da usare nella finestra di ricerca, qualsiasi termine usato poteva portare gli utenti a disperdersi nella rete.
Twitter decise di elaborare questa nuova modalità di indicizzazione dei contenuti, l’introduzione ufficiale da parte del social network avviene il 1 giugno 2009, nel 2010 viene creata la pagina Trending topics che riuniva tutti gli hashtag più utilizzati.
L’hashtag si realizza con il cancelletto, da non confondere con il semplice tag che richiama la persona in un post o commento, si realizza con la chiocciola davanti al nome di un utente. @mionome
Nel 2013 anche Facebook introduce gli hashtag nella stessa modalità, anche altri social network si aggiornano, compreso Linkedin dove facilita molto l’aggregazione su temi professionali e aziendali nella ricerca di lavoro, talenti e collaborazioni su progetti.
Aziende, città, Stati, comunità politiche, giornali, radio, motori di ricerca e altri si sono impossessati dello strumenti e creato nelle campagne social degli hashtag ufficiali.
Abbiamo spiegato come gli hashtag si creano con una parola chiave preceduta da cancelletto, ad esempio #Greta. Si possono unire due parole o nomi, Greta Thunberg diventa #GretaThunberg oppure #Greta #Thunberg. L’hashtag viene usato con molta fantasia anche per creare frasi ironiche, commenti di risposta anche satiriche, come succede nella politica soprattutto sotto periodo di elezioni.
Tra imprese e aziende, l’hashtag viene usato per creare strategie di guerrilla marketing, ovvero dei botta e risposta tra concorrenti o aziende di un settore o settori diversi usando frasi ad effetto, immagini, hashtag. Si tratta di una connessione molto potente tra le imprese con l’uso dei social e soprattutto con i propri followers e potenziali clienti.
Gli hashtag sono nati come strumento per facilitare condivisione nelle community e non disperdere le ricerche degli utenti su temi importanti, proprio come è avvenuto con #firesandiego che ha creato subito un luogo di ricerca immediato per gli utenti di Twitter che cercavano informazioni sugli eventi e anche sulle azioni di solidarietà nate.
Da un’esigenza pratica, partendo da Twitter gli hashtag sono diventati strumento per esprimere idee, personalità e identità. Matteo Renzi è il personaggio politico che ha usato per primo la potenzialità espressiva degli hashtag in risposta agli avversari e indirizzare meglio i suoi numerosi follower sui suoi post. L’hashtag non viene usato solo nella pagina di partito o per comunicazioni istituzionali ma esprime nel suo spazio social condiviso la sua personalità e energia nel linguaggio usato per rispondere, portare avanti la linea. Espressioni comuni si trasformano in key strategy di ricerca come #staisereno, ripetuto spesso nei commenti piccati o nei dibattiti e diventa parola chiave usata da follower e utenti per rimanere aggiornati, informarsi ma anche per divertirsi.
Dalla politica, anche le aziende e famosi brand hanno iniziato ad usare tag e hashtag basati su modi di dire, frasi comuni e ricercate perché catalizzano un genere di comunicazione, situazioni e linguaggio che sono anche piacevoli da cercare.
Gli hashtag si possono usare per trarre vantaggio nella comunicazione online, per costruire la brand reputation e la lead generation (raccolta dati e informazioni per costruire servizi o creare nuovi prodotti per potenziali clienti), creare e lanciare call to action.
La ricerca delle key da usare con il cancelletto si avvale di strumenti Seo e programmi che riescono a generare e individuare parole chiavi adatte o affini ad un argomento da trattare, un progetto da lanciare o curare. Gli hashtag vanno usati nel modo corretto, non bisogna abusarne e non bisogna dimenticare la loro utilità pratica. Se siete un brand o un’azienda che vuole lanciare un prodotto deve considerare la concorrenza, ricordando guerre spietate a suon di hashtag tra aziende per demolire competitor o segnalare difetti o errori.
Twitter è stato il primo social network ad introdurre gli hashtag e ad inserire quelli più popolari nella sezione Argomenti di tendenza. Nel centro assistenza ne spiega la funzionalità pratica, ovvero “indicare parole chiavi e argomenti permettendo agli utenti di seguire facilmente i temi a cui sono interessati”. Con gli hashtag si categorizzano parole chiave e frasi pertinenti, cliccando gli hashtag verranno mostrati tutti i Tweet scritti con una determinata parola o frase, compresi messaggi e commenti. Tra i suggerimenti pratici nella creazione degli hashtag consiglia di non usare spazi e punteggiatura, non utilizzare due hashtag per Tweet, nella creazione usare la barra di ricerca per scoprire contenuti seguiti e già presenti, affini alla tua strategie e ai tuoi interessi.
Twitter è un social network potente e immediato, ogni giorno vengono pubblicati milioni e milioni di tweet ed è il canale di comunicazione preferito di grandi personaggi politici e pubblici. Basta un solo ingresso in Twitter per poter costruire con uno solo messaggio un pubblico molto ampio grazie all’interazione su grandi temi e tendenze segnalate da Twitter nelle barre laterali. L’obiettivo di un Tweet, un video o foto è quello di ottenere feedback positivi e con possibile rilancio, retweet di quello che si pubblica, i feedback negativi o parziali una buona strategia di comunicazione li prevede, li analizza e li affronta. Twitter serve soprattutto a costruire un pubblico attorno ad un’azienda e ad un’attività, è lo strumento più immediato e potente per parlare e dialogare quotidianamente con una community interessata ad un settore, a temi importanti o prodotti. Gli hashtag scelti devono essere inseriti o creati tenendo sempre conto delle tendenze e dei flussi di comunicazioni giornalieri perché Twitter non permette di essere brand solitari e non attenti alle strategie dei competitor e alle attualità social.
Gli hashtag compaiono su Facebook nel 2013 sull’onda del successo di Twitter. La differenza tra un post di Facebook e un tweet sta nella lunghezza, infatti quest’ultimo è limitato nel numero di caratteri e permette uno o al massimo due hashtag, mentre i post sono illimitati.
Facebook descrive così gli hashtag: “trasformano argomenti e frasi in link cliccabili nei post sul tuo diario personale o sulla tua Pagina. In questo modo, le persone possono trovare i post relativi agli argomenti di loro interesse”. Facebook raccomanda di non inserire spazi, segni di punteggiatura, caratteri speciali. Per cercare hashtag si può utilizzare la barra di ricerca, inserendo il solo cancelletto verranno indicati gli hashtag usati da te e i tuoi contatti, qualche volta quelli più in uso o gettonati, ad esempio adesso i più ricercati e visualizzati sono #sanremo2020 #amedeo #carnevale
La libertà nel numero di parole ha permesso di trasformare l’hashtag di Facebook in un elemento grafico, per molto tempo nei profili personali, nelle pagine social comprese quelle di Vip e personaggi famosi sono andati di moda i trenini di hashtag personalizzati con emoticon o disegni.
Una pagina di Facebook o un profilo personale non è un blog ma ha delle caratteristiche più simili rispetto a Twitter dove l’interazione con altri utenti è più forte e sempre in primo piano. La pagina aziendale e l’account aziendale su Facebook sono uno spazio chiuso e ben definito, dove l’hashtag se inserito delinea una ricerca o un flusso di informazioni, dove il numero di follower e like è collegato ad una qualità permanente dei contenuti proposti piuttosto che ad una velocità dinamica della comunicazione.
Per molto tempo, gli esperti di comunicazione e social media hanno sconsigliato l’uso degli hashtag su Facebook, ritenendoli poco utili e soprattutto non validi per una buona strategia di comunicazione aziendale e marketing. Va da sé che l’hashtag quando usato acquisisce una funzione grafica nel post insieme alle emoticon.
Le istruzioni per usare gli hashtag all’interndo di Instagram li potete trovare anche su Facebook, inseriti dopo l’acquisizione della piattaforma social fotografica.
Le istruzioni che Instagram da sono le seguenti.
“Puoi aggiungere hashtag alla didascalia o ai commenti del tuo post. Se ha un account pubblico e aggiungi hashtag ad un post sarà visibile nella pagina hashtag corrispondente.
L’hashtag può essere usato come un tag per foto e video in questo modo:
1)Scatta uno foto o registra un video oppure caricali.
2)Scegli di aggiungere un filtro, quindi tocca Avanti.
3)Tocca Scrivi una didascalia… e digita # seguito da testo o emoji (ad esempio: #fiore).
4)Tocca Condividi.
Instagram come Facebook da grandi libertà nella scrittura, creazione e gestione dei contenuti. Didascalie e commenti possono essere modificati, ritaggati con nuovi hashtag ogni volta che si ha la necessità di aggiornare un elenco di foto o di post.
Ecco alcune raccomandazioni date da Instagram, partendo dal numero si possono usare fino a trenta tag per ogni post, se in una foto, un video e un commento si supera questo numero non verrà permessa la pubblicazione. Puoi taggare solo i tuoi post e non puoi taggare, foto e video di altre persone. Riferisce che i post taggati dalle persone che hanno un profilo privato non saranno visibili pubblicamente nemmeno sulle pagine degli hashtag. Anche su Instagram dopo # si possono usare i numeri ma non spazi e caratteri speciali.
Instagram è un social network concentrato sulla costruzione di profili e pagine autorevoli e interessanti con uno stretto rapporto tra contenuto, immagine e video. L’hashtag proprio per categorizzare meglio foto o video singoli all’interno di rubriche, progetti comunicativi o gallerie assume la sua valenza pratica oltre che grafica ed espressiva.
Linkedin è un social network per la crescita delle reti professionali, mette a contatto aziende e professionisti, persone che cercano lavoro con recruiment. Chi si iscrive a Linkedin ha uno spazio social, molto simile a Facebook, dove può scrivere post, articoli, postare foto, video, entrare in contatto con aziende che cercano lavoro o rispondere alle offerte. Si possono inoltre creare gruppi e community professionali.
La portata dei post e dei contenuti su Linkedin è di alta qualità e gli hashtag vanno inseriti nella maniera più corretta, scegliendo le parole chiavi più attinente con l’attenzione a quelle più usate, possono essere usati per sponsorizzare e dare risalto a idee e progetti, eventi ad invito, video e live streaming, lanciare call to action.
L’hashtag è importante per Linkedin, attraverso set analytics interni permette di verificarne l’efficacia. Inoltre, gli utenti possono cercare argomenti e temi trattati usando diversi strumenti come le sezioni notifiche, rete, messaggi e lavoro. Il social network professionale visualizza gli hashtag più usati e attinenti al profilo pubblicandoli nella barra di sinistra insieme alle novità dei gruppi e agli inviti.