La nota compagnia telefonica sta subendo tanto in questo periodo. Scopri se sei stato colpito.
Certo, l’immaginario collettivo sembra radicalmente mutato da quando la tecnologia è diventata sempre più complessa, agli occhi di giovani e vecchi utenti. Molti lamentano una complessità progressiva e innecessaria che non consente a tutti di restare al passo con i tempi. Tali malcontenti incontrano il favore di un vasto bacino di utenti, ma anche le svalutazioni di tanti altri.
I primi si lamentano in effetti dell’eccessiva burocratizzazione che sottende proprio l’evoluzione tecnologica. Un esempio è l’identità digitale SPID, per molti ritenuta un vero rompicapo insormontabile. Tra costoro vi sono gli individui over 60 e 70, i quali hanno necessità di usufruire i servizi correlati allo SPID, ma non sempre la capacità di procurarsi il proprio.
Un altro esempio è lo smartphone. Oltre che risultare un oggetto respingente con tutte le funzionalità che potrebbero spaesare un vecchino, i tasti virtuali non sono di facile digitazione per tutti. Banalmente, anche tutti i servizi dell’Agenzia delle Entrate sono diventati complicatissimi da usare: in primis, è difficile trovare un buco nell’agenda dei loro dipendenti per risolvere la pratica di persona; in secondo luogo, usare la piattaforma di Desktop Telematico è ritenuta dai più un’esperienza a dir poco stressante.
Tuttavia, il risvolto della medaglia che registriamo è positivo: finalmente anche l’Italia sembrerebbe sul punto di digitalizzarsi in toto. Eppure, contemporaneamente all’euforia di questo passo in avanti, emergono nuove e preoccupanti notizie relative a questa inattesa figura, ritenuta la nemica del nuovo millennio: l’hacker. Scopriamo di che si tratta.
La figura dell’hacker è molto discussa e da molti ritenuta controversa. Sono in molti a connotare negativamente questo termine, collegandolo erroneamente soltanto alla figura del ragazzino con felpa e cappuccio che digita compulsivamente sulla propria tastiera, a caccia di dati sensibili altrui.
L’hacker tuttavia è molto più di questo e non bisogna farsi scalfire dai pregiudizi: si tratta di un individuo con eccellenti skills informatiche messe al servizio dello studio dei sistemi operativi. Certo, esistono “hacker buoni” e “cattivi”. Questi ultimi sono capaci di attaccare il sistema operativo di aziende, multinazionali, banche, compagnie di vario tipo. Adesso è toccato alla T-Mobile.
Un gruppo di hacker ha attaccato la T-Mobile, una grossa e imponente compagnia telefonica estera. A preoccupare tutti non è tanto l’attacco in sé, quanto ciò che in effetti siano riusciti a rubare: identità, pin, password, ID, numeri di previdenza sociale.
Secondo la società, nessun dato finanziario è stato rubato, né il portafoglio dei clienti è stato intaccato. Per risolvere la querelle, la compagnia ha deciso di offrire due anni di servizi gratuiti, con la promessa di intensificare i controlli contro gli hacker: “Ci scusiamo per il furto di dati. Auspichiamo di rimanere al passo con i tempi per prevenire gli attacchi futuri”.