È boom di successi per l’AI. Tutti ne sentono parlare, tutti la usano, ma quali sono i rischi?
Quando negli anni 2000 e oltre eravamo tutti al cinema a guardare il nuovo capitolo di Terminator o Matrix o addirittura davanti alla console Playstation a giocare a Mass Effect, l’AI era ancora qualcosa di annoverabile alla sola fantascienza. Molti prodotti dell’intrattenimento trattano l’argomento connotando alle intelligenze artificiali a tratti qualificazioni positive, a tratti negative.
Il panorama letterario è zeppo di declinazioni della stessa tematica, dal più noto al più emergente: si pensi a “A.I.” film diretto da Steven Spielberg o ad “Orao Universe”, un gioco di carte italiano.
Ma che cos’è davvero un’intelligenza artificiale? Si tratta di un sistema che simula i processi mentali e di ragionamento dell’essere umano, ma in modo rapido e senza alcun margine d’errore. Sempre più se ne sente parlare in correlazione a “Chat Gpt”, un’AI di cui molti si servono per elaborare progetti, saggi, scrivere e generare illustrazioni.
Proprio in merito alle illustrazioni, in molti tra i disegnatori del panorama digitale si sono pronunciati contro l’AI: l’elaborazione automatica di artwork in realtà trae origine dalla combinazione randomica di preesistenti disegni che si trovano sul web, creati da persone in carne e ossa, le quali si vedono defraudate del proprio lavoro. Un esempio è portato proprio da alcuni artisti italiani, come ad esempio Danilo Cirillo, il quale posta una sprezzante vignetta sulla sua pagina Instagram che riporteremo di seguito.
Dunque l’AI è pericolosa? Scopriamo insieme come la pensa il padre della tecnologia in questione.
Il percorso tecnologico che ha portato alla realizzazione dell’intelligenza artificiale è molto lungo, tuttavia gli ultimi step sono ormai associati alla figura di Geoffrey Hinton, ora ritenuto il padre dell’AI. Grazie al suo studio sulle reti neuronali è stato possibile giungere alla creazione di una intelligenza artificiale realmente funzionante.
Geoffrey Hinton, tuttavia, proprio qualche giorno fa ha abbandonato Google e il progetto, alla veneranda età di 75 anni. Non senza polemiche va via: “Lascio tutto, perché devo parlare dei rischi dell’AI” annuncia. La notizia in effetti ce la riporta Ansa.it.
La prima domanda che tutti si pongono è: “Le macchine sono dunque più intelligenti di noi umani?” E prontamente giunge la risposta da parte dell’esperto Hinton: “Non ancora, ma presto lo diventeranno”. Ciò che preoccupa Hinton in effetti è il fatto che ben presto l’AI riuscirà a contenere molte più informazioni di un essere umano. C’è da spaventarsi per questo.
Più intelligente degli umani e ‘ladra’ del lavoro altrui. L’AI sembrerebbe non godere di un ottimo curriculum in questo periodo, sebbene possa risultare un prezioso aiuto in fatto di organizzazione del lavoro. E tu cosa ne pensi?