140 mila euro: ecco la verità su “Open to Meraviglia” | Esplode la polemica nazionale
Nuova bufera sulla controversa campagna pubblicitaria “Open to meraviglia”: lo scandalo travolge il Governo, emergono cifre shock.
Nelle ultime settimane il Ministero del Turismo ha lanciato “Open to meraviglia“, una campagna pubblicitaria che ha immediatamente riscosso uno scalpore senza precedenti, e per ragioni piuttosto surreali.
L’iniziativa, volta a promuovere le bellezze del Belpaese, vanta una testimonial d’eccezione: niente meno che l’algida Venere del Botticelli. I pubblicitari a cui è stata affidata la mission ne hanno svecchiato l’immagine, coprendo la nudità del dipinto con shorts o pantaloni capri, t-shirt alla marinara e blazer dal taglio accattivante, collocandola nei principali luoghi di interesse storico e artistico.
Nonostante le buone premesse, però, alcuni utenti e fact-checker in rete hanno evidenziato diverse discrepanze nel video promozionale attribuito all’agenzia di Armando Testa.
Alcune immagini della clip sarebbero infatti state girate all’estero – precisamente, in Slovenia – e scaricate dai pubblicitari nostrani dalla piattaforma di video-stock “Artgrid”. Non è tutto: nella presentazione di “Open to meraviglia” comparivano inoltre grossolani errori di traduzione nei nomi delle città e dei monumenti italiani, con particolare livore da parte degli utenti veneti e valdostani.
“Open to meraviglia”: scandalo sul video rimosso
La campagna pubblicitaria “Open to meraviglia” sarebbe stata proposta dal Ministro del Turismo Daniela Santanché, con l’intento di rilanciare l’immagine dell’Italia agli occhi dei visitatori – potenziali e recidivi – stranieri.
Al di là del clamore circa l’origine delle immagini proposte, la testata “Il Fatto Quotidiano” ha recentemente rivelato che, dietro ai finanziamenti necessari per la costruzione di “Open to meraviglia” vi sarebbe proprio il Governo. E non si tratta di una cifra risibile. Secondo quanto riportato, sarebbero stati stanziati ben 138.000 euro, e prontamente accreditati all’agenzia di Armando Testa, firmataria della campagna promozionale. Sebbene il video incriminato sia stato rimosso dal sito dell’esecutivo, e nonostante l’autodifesa di Armando Testa sulle pagine del “Corriere della Sera”, il silenzio di Giorgia Meloni circa la somma profusa per l’iniziativa appare assordante.
La delibera del Consiglio dei Ministri
Secondo l’oggetto di una delibera del Consiglio dei Ministri risalente ai primi giorni di aprile, l’esecutivo avrebbe discusso circa “l’affidamento di un servizio di ideazione e realizzazione di un video promozionale nell’ambito della campagna di comunicazione per la valorizzazione dell’immagine dell’Italia e delle risorse turistiche del Paese“.
La delibera avrebbe anche avuto carattere di urgenza: “Il video promozionale oggetto della prestazione contrattuale dovrà essere mostrato in occasione dell’evento di presentazione della campagna organizzata dal Ministero del Turismo in data 20 aprile 2023“. Nonostante la rimozione dal sito, e delle recenti polemiche per il materiale impiegato nella clip, l’agenzia di Armando Testa avrebbe ricevuto una somma assai lauta, ed in esclusiva. Il cachet stabilito dal Governo, infatti, risulta inferiore di 2mila euro alla soglia oltre la quale si sarebbe resa necessaria una gara d’appalto. Open to pasticcio?