Caso Emanuela Orlandi, nuova svolta: acquisiti nuovi atti in Vaticano
Finalmente il caso Emanuela Orlandi potrebbe aver imboccato una svolta decisiva: emergono nuovi atti dalle stanze del Vaticano.
Sono trascorsi quasi 40 anni dalla misteriosa sparizione della 15enne Emanuela Orlandi dalle strade della Capitale, e il fratello Pietro non si è rassegnato a consegnare la giovane all’oblio, e continua nella sua lotta per la verità.
L’adolescente romana frequentava da anni l’Accademia di Musica Tommaso Ludovico da Victoria in piazza Sant’Apollinare, dove seguiva corsi di flauto traverso, solfeggio, pianoforte e canto corale. Il 22 giugno del 1983 e, al termine di una lezione, aveva contattato la sorella Federica per aggiornarla circa i suoi movimenti.
Emanuela Orlandi aveva quindi annunciato il suo imminente ritorno a casa, eventualità poi confutata dalla sua drammatica scomparsa. Nonostante le molte telefonate anonime indirizzate alla famiglia, e l’apertura di ben due inchieste – la prima, del 1983, è stata archiviata nel 1997, e la seconda, del 2008, si è conclusa nel 2015 -, la famiglia Orlandi non ha mai potuto chiarire le circostanze della sparizione, e alla loro ricerca per la verità si è unita la Nazione intera.
Negli anni, molti attivisti non hanno mai perso le speranze di ricostruire le tracce della giovane capitolina, e la Procura di Roma ha vagliato molte ipotesi: dalle implicazioni con la Banda della Magliana, alle collusioni con lo Ior e con il crack del Banco Ambrosiano, passando anche per le relazioni con Wojtyla. Tutte le piste, però, si sono finora rivelate un buco nell’acqua.
La riapertura del caso: parla Pietro Orlandi
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa “Ansa”, la Procura di Roma avrebbe acquisito nuovi atti messi a disposizione dal Vaticano nell’ambito di un procedimento già avviato a Piazzale Clodio sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Pietro Orlandi ha commentato: “È una cosa positiva che la Procura di Roma abbia acquisito nuovi atti dal Vaticano, perché per la prima volta ci sarà collaborazione, sempre negata in passato, tra la Santa Sede e la Magistratura ordinaria“. Anche l’avvocato Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi, ha manifestato un cauto ottimismo: “Il nostro augurio è che ci sia una cooperazione leale alla ricerca della verità. È una bella notizia, è quanto noi chiediamo da anni per avere la verità su Emanuela.“.
La tesi della stampa
Dopo il rilascio della docu-serie di Netflix “Vatican girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi”, il giornalista Andrea Purgatori, che ha studiato per anni il caso, ha rivelato a “Vanity Fair” le sue impressioni sulla vicenda, scartando alcune tra le ipotesi più accreditate.
“Non trovo prove certe e assolute per nessuna.”, ha riferito. “Sicuramente, però, quella del terrorismo internazionale va esclusa, è la meno attendibile. La pista della pedofilia può avere senso e coesistere con quello che è successo. Ma il punto centrale è la pista dei soldi“.