Fallimento Paluani: i pandori cambiano marchio | Ecco chi li venderà
Paluani dichiara fallimento: la nota azienda veronese produttrice di pandori sarà assorbita dal colosso dolciario.
Il tessuto produttivo veronese perde un altro importante tassello nell’economia del territorio: si tratta nello specifico del fallimento di Paluani, storica produttrice e distributrice di pandori, panettoni e prodotti dolciari all’ingrosso e al dettaglio.
Una crisi che in passato aveva minacciato di travolgere anche i competitors Melegatti e Bauli, anch’essi insediati da decadi nel comparto produttivo veneto.
L’azienda, controllata dalla famiglia Campedelli, aveva già manifestato segnali si sofferenza nel 2022, anno in cui aveva ceduto il controllo a Sperlari – a sua volta cremonese, ma controllata dalla multinazionale tedesca Katjes International – per ben 7,6 milioni di euro.
Tale manovra aveva consentito ai vertici di Paluani di salvare 48 posti di lavoro e di proseguire con la produzione, a patto di cedere a Sperlari il marchio e lo stabilimento di produzione a Dossobuono, in provincia di Verona.
La decisione del Tribunale di Verona per Paluani
Nelle ultime ore Luca Campedelli ha ricevuto una notizia ufficiale dal Tribunale scaligero: l’imprenditore, in precedenza presidente del Chievo Verona, aveva assistito al fallimento della propria squadra di calcio nel giugno del 2022, e la storia si sta ripetendo anche per quanto concerne l’azienda di famiglia.
Il giudice Maria Attanasio ha giudicato troppo grave la crisi finanziaria di Paluani: attualmente la produttrice di pandori avrebbe accumulato 82 milioni di euro di debiti, e potrebbe liquidare i creditori solamente per una cifra molto più irrisoria, ovvero 815.000 euro, pari all’1% dell’intero monte debitorio. Il giudice ha inoltre nominato curatori fallimentari Matteo Creazzo e Andrea Rossi: i due professionisti convocheranno i creditori il 23 ottobre venturo per effettuare l’esame dello stato passivo.
Il crack di Paluani rappresenta il futuro per molte ditte italiane?
Migliaia di imprese rischiano di imboccare una china pericolosa nei prossimi mesi, soprattutto a fronte dell’impennata dei prezzi delle materie prime e dei recenti salassi in bolletta.
L’agenzia di stampa ANSA riferisce infine: “Il Tribunale scaligero ha revocato l’ammissione alla procedura di un concordato preventivo, dichiarando il fallimento anche in mancanza di garanzie per assicurare la vendita del compendio immobiliare e la copertura degli impegni precedentemente assunti“. Secondo alcuni documenti presentati in Tribunale nell’aprile del 2022, parecchie banche risultavano a credito di Paluani per un importo complessivo di 35,5 milioni di euro. Tra gli istituti coinvolti, anche Banca Valsabbina, Banco Bpm, Caribolzano, Bper, Carige, Cerea Banca Cre’dit Agricole, Credito Valtellinese, Mps e Unicredit.