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Rivoluzione storica nella pubblica amministrazione: la parola è stata bandita | Ecco cosa ci sarà al suo posto

parola bandita dalla pubblica amministrazione – cronacalive.it (fonte web)

La pubblica amministrazione accoglie una novità senza precedenti: via dai documenti ufficiali la parola della discordia.

Negli ultimi anni la lingua italiana nella burocrazia e nel linguaggio informale ha subito alcune epurazioni piuttosto significative.

Alcune parole risultano non solo sgradite, ma potranno addirittura essere bandite dai documenti della pubblica amministrazione, come certifica il recente annuncio su Twitter del deputato PD-IDP Arturo Scotto.

Appassionato alfiere della sinistra nazionale, Arturo Scotto ha recentemente difeso l’operato di Roberto Speranza a fronte dell’indagine sulla gestione pandemica che l’ha coinvolto, al pari dell’ex Premier Giuseppe Conte e numerosi altri funzionari pubblici.

Egli ha infatti dichiarato che la Nazione intera sarebbe in debito con l’ex Ministro della Salute, e che “con il suo rigore e la sua onestà” egli avrebbe traghettato l’Italia fuori dall’emergenza. A dispetto delle numerose polemiche in merito, ha riferito di non riuscire a comprendere come “la Magistratura possa immaginare che scelte dettate dalla sensibilità politica, oltre che dall’evidenza scientifica, possano essere messe a processo“. Arturo Scotto ha inoltre pigiato sull’acceleratore per ottenere la rimozione formale di una particolare parola dai documenti ufficiali della pubblica amministrazione, ecco quale.

Pubblica amministrazione, scatta il veto sul vocabolo “razza”

Da alcuni anni, il concetto di inclusione ha galvanizzato alcune categorie di cittadini del Belpaese. Dopo le varie battaglie LGBTQ+, così come l’invito a privilegiare le priorità umanitarie nell’ormai canonico boom di immigrazioni, la battaglia assume ora una connotazione semantica.

Nella fattispecie, Arturo Scotto ha annunciato su Twitter la rimozione dai documenti della pubblica amministrazione della parola “razza”. Le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera hanno approvato all’unanimità l’emendamento da lui proposto, e che prevede in sostituzione il termine equivalente “nazionalità“.

Il commento di Arturo Scotto

Il deputato ha espresso il suo giubilo su Twitter, dichiarando: “Sparisce finalmente la parola ‘razza’ da tutti gli atti e i documenti della pubblica amministrazione. Si elimina un concetto antiscientifico, facendo piazza pulita di frasi gravi su razza, ceppi, etnie. Grazie a tutti i gruppi che hanno votato la nostra proposta. Oggi diciamo con forza: mai più!“.