Emergono dati sconfortanti sull’occupazione delle donne in Italia: il Sud fanalino di coda per il lavoro al femminile.
Secondo un recente report dello SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno), il tasso di occupazione femminile nel Mezzogiorno risulta assai inferiore a quello riscontrato nel Nord.
Le analisi di Eurostat nel 2022 avevano già evidenziato in merito palesi criticità nel Sud del Belpaese, e le regioni a più bassa occupazione risultano essere Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
La statistiche tracciano un quadro piuttosto desolante: solamente il 35,3% delle donne con figli in età pre-scolare lavora, contro il 64% del Centro-Nord. Una percentuale schiacciante, e che denuncia in parallelo le falle strutturali nel tessuto sociale del Meridione, a partire dalla scarsità di posti di lavoro disponibili, unitamente agli elevati costi degli asili nido per i più piccoli.
Per quanto riguarda i livelli di occupazione suddivisi per genere, inoltre, solo il 55,1% della madri italiane vantano un regolare contratto di lavoro, a fronte dell’83,2% dei padri italiani stabilmente occupati.
Come premesso in precedenza, le ragioni della scarsa occupazione femminile al Sud sono da imputare in primis alla scarsità di ruoli accessibili sul mercato del lavoro. Inoltre, le madri con figli in età pre-scolare devono necessariamente studiare una sistemazione per i bimbi durante i turni previsti per contratto, ma le rette degli asili nido risultano spesso proibitive e insostenibili per le giovani famiglie.
Oltre agli elevati costi di accesso al servizio, gli asili al Sud dispongono di pochi posti disponibili in ogni struttura, e molti di essi non prevedono la formula del tempo prolungato per la prima infanzia. Il circolo vizioso si chiude anche a causa della ritrosia da parte di molte aziende nei confronti dell’assunzione di neo-mamme e donne in stato di gravidanza, o potenziali tali. L’annosa piaga sembra perciò destinata a perdurare ancora per anni, in assenza di politiche del lavoro adeguate alle necessità del territorio.
Il divario sfavorevole al Sud in merito all’occupazione si attesta tra i 20 e i 30 punti percentuali per tutte le tipologie familiari.
Per quanto riguarda il tasso di partecipazione femminile al lavoro in Italia, esso risulta di 13 punti inferiore rispetto alla media dell’Unione Europea. E se il Nord non raggiunge lo standard per soli 5 punti, il Sud viene staccato per ben 28 punti percentuali.