La rivoluzione green passa ufficialmente alla fase attiva: al via il negoziato a Bruxelles per l’approvazione della direttiva.
In data 6 giugno 2023 Bruxelles ha accolto il primo meeting per la revisione della EPBD, ovvero della contestata Energy performance of buildings directive.
I rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione medieranno in concerto attorno al tavolo delle trattative per arrivare alla stesura di un testo condiviso sulla riqualificazione degli immobili, e il processo si preannuncia piuttosto spinoso.
Il relatore della proposta del Parlamento Europeo Ciaran Cuffe ha espresso un augurio ben preciso: “La mia speranza è che ci siano negoziati costruttivi con i Paesi membri“.
Ed inoltre: “Voglio raggiungere un accordo prima possibile, così da poter offrire i benefici di una maggiore efficienza energetica a famiglie ed imprese senza ritardi“. L’ambizioso obiettivo di Cuffe, però, dovrà obbligatoriamente superare alcuni nodi ed appianare numerose divergenze tra gli addetti ai lavori, e la trattativa potrebbe risolversi in tempi ben più dilatati rispetto alle aspettative.
Il primo scoglio da aggirare si rifà agli articoli 9 e 16, che riguardano le prestazioni energetiche minime degli edifici. Nelle ipotesi formulate dal Parlamento, le strutture residenziali dovrebbero raggiungere entro il 2030 la classe energetica E, e nel 2033 la classe D.
Occorre inoltre rivedere la disciplina degli attestati di prestazione energetica, che andrà a influenzare le normative e le classificazioni di tutti gli Stati membri, fissando per il 15% degli edifici più energivori la classe E. Per quanto riguarda il piano di riqualificazione degli immobili in Italia, circa 1,8 milioni dei 12 totali dovranno prestarsi a degli interventi strutturali per adeguarsi alla futura normativa, e tale scenario solleva altri punti caldi nel contraddittorio internazionale.
Il summit di Bruxelles avrà il compito di regolamentare anche le modalità di verifica degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento, e dei rapporti di ispezione degli esperti addetti ai controlli.
Per quanto riguarda gli edifici ad emissioni zero, il meeting internazionale mira a rendere più stringenti i parametri di valutazione, con relativo braccio di ferro tra il Consiglio – che suggeriva una maggiore flessibilità– ed il Parlamento. Un altro tema dibattuto sarà sicuramente il peso da assegnare alle energie rinnovabili nella realizzazione degli edifici di ultima generazione e nelle ristrutturazioni massive. Rimangono infine da stabilire le agevolazioni fiscali ed i fondi per l’installazione di sistemi green, l’utilizzo delle caldaie e il pacchetto di deroghe e benefici nei confronti dei Paesi membri. Cuffe ha però rilanciato con ottimismo: “La squadra di negoziatori del Parlamento è unita a sostegno di una posizione ambiziosa, che agisce concretamente sul piano delle protezioni sociali, della finanza e della flessibilità. Sono fiducioso sul fatto che insieme difenderemo queste posizioni efficacemente, nei negoziati“.