Il nuovo decreto lavoro spacca il Senato durante la Commissione Bilancio: è braccio di ferro tra maggioranza ed opposizione.
In data 21 giugno 2023 il nuovo decreto lavoro, presentato nella data simbolica del 1 maggio scorso, è approdato in Senato. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno sottoposto in commissione al Ministero delle Economie e delle Finanze il pacchetto di 12 emendamenti presentati in aula dalla relatrice Paola Mancini, ma l’esposizione delle proposte ha nuovamente creato una frattura tra maggioranza e opposizione.
Il centrodestra avrebbe ammorbidito le proprie posizioni durante la mattinata, fronteggiando un centrosinistra più compatto e battagliero che mai, rosicando infine un pareggio tutto sommato deludente.
A sorpresa sono mancati infatti i voti di Forza Italia e dei senatori di Azione e Italia Viva, che hanno votato a favore dell’opposizione.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha quindi ammonito i colleghi: “Al di là dell’occasionalità dell’incidente, ho raccomandato ai gruppi ed ai rappresentanti del Governo di trovare modi per cui non si debba sempre arrivare con l’acqua alla gola su emendamenti e tempi“. L’intervento perentorio ha favorito la ripresa dei lavori in aula e, nelle ultime ore, sono emerse le prime informazioni in merito.
Al termine della delibera, l’assemblea del Senato ha decretato il via libera per il nuovo decreto lavoro presentato dalla maggioranza con 96 voti favorevoli.
I voti contrari sono stati 55, mentre gli astenuti 10. Il documento, che scadrà il 3 luglio venturo, dovrà ora passare l’esame alla Camera. Il democratico Antonio Misiani ha apertamente avversato le proposte della maggioranza, definendo l’attuale Governo un concentrato di “dilettanti allo sbaraglio“. Parimenti tranchant Elly Schlein: “Dopo quanto avvenuto in Camera sul Mes” – ha dichiarato – “non riescono a far approvare emendamenti preparati all’ultimo minuto, che cercavano di metter toppe agli obbrobri contenuti“.
Il provvedimento presenta alcuni punti chiave decisivi. Fino alla fine del 2026, la Pubblica Amministrazione potrà assumere, nel limite del 10% della propria possibilità, giovani laureati tramite contratti di apprendistato, oppure studenti under 24 con contratto di formazione e lavoro, da inquadrare nell’area funzionari. Tale collocamento potrà in seguito trasformarsi in un contratto a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda i concorsi unici organizzati su base territoriale, essi conterranno il divieto di partecipazione per più di un profilo professionale, così come le domande per distinti ambiti geografici. Nelle selezioni pubbliche saranno considerati idonei i candidati che si posizioneranno entro il ventesimo posto nella graduatoria finale. In caso di rinuncia, la Pubblica Amministrazione potrà ricorrere al meccanismo di scorrimento di detta graduatoria. Anche le assunzioni per i lavoratori disabili verranno agevolate, e lo stesso vale per i soggetti in oggettiva difficoltà nell’inserimento lavorativo.