Il ministro Piantedosi decide per la Serie A: “Sarà vietato ai calciatori” | La politica scende in campo
Il ministro Piantedosi ha annunciato nuove disposizioni per i tesserati ed i giocatori della serie A: nuovi divieti in arrivo negli stadi.
Al termine di un summit al Viminale, le maggiori società di calcio hanno sottoscritto una nuova dichiarazione di intenti per la lotta contro l’antisemitismo.
Lo annuncia il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha illustrato i passaggi più salienti nel nuovo codice etico di riferimento; tra di essi, spicca il divieto nell’assegnazione del numero 88 alle maglie dei giocatori in campo.
Il motivo è presto detto: l’88 sarebbe utilizzato nei gruppi neonazisti come richiamo allo slogan “Heil Hitler“, in quando le lettere iniziali di entrambe le parole sono collocate all’ottavo posto nell’alfabeto.
Matteo Piantedosi ha spiegato: “Nel codice etico viene recepito il riferimento alla definizione internazionale di antisemitismo. C’è quindi il divieto dell’uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo, la responsabilizzazione dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche, la definizione delle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione.”. E ha poi aggiunto: “Sarà inoltre valutato positivamente l’atteggiamento proattivo delle società in questo campo“.
I 13 punti nell’intesa contro l’antisemitismo
I sottoscrittori del patto etico hanno aderito a 13 azioni ben definite. Tra di esse, spicca l’inserimento nel codice della definizione esplicita del termine antisemitismo illustrata nell’IHRA (International holocaust remembrance alliance). Quanti saranno sorpresi ad utilizzare un linguaggio discriminatorio – sia in tribuna, che in campo – subiranno inoltre un adeguato sistema sanzionatorio.
Oltre alla messa al bando del numero 88, a giocatori e tifosi sarà vietato sfoggiare qualsivoglia simbolo assimilabile al nazismo e all’odio antisemita, e lo stesso vale per le pubbliche dichiarazioni e le attività sui social. Le società dovranno inoltre distanziarsi pubblicamente da qualsiasi episodio di violenza verbale o fisica, promuovendo altresì le iniziative solidali nei confronti delle vittime, ed i tifosi dovranno rispettare in modo certosino l’assegnazione nominale dei posti negli stadi, in modo da favorire eventuali procedure di identificazione. Il patto prevede anche il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza all’interno delle strutture sportive, e l’inasprimento delle sanzioni nei confronti dei recidivi.
Il precedente di Gigi Buffon
Nella stagione calcistica 2000/2001 Gigi Buffon scelse di indossare la maglia numero 88, mossa che provocò una reazione repentina nella comunità ebraica di Roma.
All’epoca, il presidente Vittorio Pavoncello si schierò apertamente contro la preferenza del calciatore: “L’88 è il numero che i neonazisti tedeschi usano per dire “Heil Hitler”. Se non fosse stato Buffon a scegliere questo numero, sarebbe passato inosservato, ma lui è quello che ha già mostrato una maglia con la scritta “Boia chi molla”. Quello che vogliamo sapere è perché abbia scelto quella maglia“.