Attorno alla tragica vicenda OceanGate emergono nuove importanti informazioni su una truffa.
Non molti si aspettavano di ricevere una notizia del genere, di leggerla in giro sul web, ma è successo. Una settimana fa circa c’è stato un tragico incidente nelle profondità del mare. Un sottomarino OceanGate, il Titan, è imploso, provocando la morte dell’intero equipaggio.
Ciò che ha sconvolto in larga misura è stata la dinamica degli eventi, ad ora ancora non chiari nella loro totalità. Ciò che è certo però, è che il sottomarino in questione non era preposto a un viaggio del genere, a una profondità simile. Come spiega il fisico influencer de La fisica che piace, inoltre, il rischio di incorrere in una sciagura simile era annunciato, dal momento che con un mezzo simile non sarebbe stato prudente immergersi nemmeno sotto i dieci metri di profondità.
L’intento dell’equipaggio era esplorare il relitto del Titanic. Intraprendono il viaggio molti, tra cui Hamish Harding, britannico abbiente con una fervente curiosità. Dopo soli 40 minuti di immersione, l’implosione giunge mietendo le vittime che fortunatamente non si accorgono di nulla.
Ciò che ha catturato l’attenzione di molti è un elemento insolito. A quanto pare, il sottomarino era guidato da un controller Logitech, l’unico sopravvissuto all’implosione. Per tal motivo, la società produttrice ha riscosso un parodico successo, dal momento che i gamer hanno deciso di acquistarlo avendo conferma della sua affidabilità manifatturiera.
A quanto pare, sulla tragedia del Titan di OceanGate grava un ulteriore pericolo. Un’ombra si aggira su di essa, generando uno scandalo e un polverone mediatico. Difatti, ciò che sta succedendo ha dell’incredibile e in molti riflettono su quanta poca empatia l’essere umano possa dimostrare in certe situazioni.
Un gruppo di hacker sta lucrando sulla vicenda, ma in che modo? La truffa consiste nello spacciarsi per uno dei parenti delle vittime. Una volta accalappiato l’utente malcapitato tramite email accorate, l’hacker truffatore spinge costui a versare in beneficenza una cifra astronomica facendo leva sulla tragedia. Chiaramente, il denaro non arriverà mai nelle casse dell’ente benefico.
In alcuni casi, la truffa è molto più elaborata. In questo caso, i truffatori si spaccerebbero per gli avvocati delle vittime, contattando le persone vicine al defunto dicendo loro che sono presenti nel testamento. Per tal motivo, i destinatari devono mettere a disposizione i propri dati, in modo da poter effettuare bonifici e passaggi di proprietà.
Bisogna stare attenti, soprattutto perché ogni situazione di fragilità potrebbe essere un’opportunità per lucrare, secondo questi sedicenti truffatori.