Il centrocampista della Juventus rifiuta il trasferimento in Arabia e complica il mercato bianconero
Mercato quanto mai dinamico per la Juventus con l’arrivo del nuovo direttore sportivo Cristiano Giuntoli, artefice dello scudetto dopo 33 anni del Napoli con le sue operazioni low cost di nomi promettenti che poi sono esplosi all’ombra del Vesuvio. Prima di procedere con eventuali rinforzi della rosa di Massimiliano Allegri, c’è da risolvere la grana esuberi.
Uno di questi è Arthur Melo, centrocampista brasiliano che ha giocato in prestito al Liverpool nella scorsa stagione e che è tornato a Torino con la speranza di conquistare un posto da titolare e la fiducia del mister dopo una prima parentesi tra alti e bassi con i bianconeri.
Un altro importante infortunio e gerarchie già prestabilite in mezzo al campo stanno facendo capire al giocatore di non essere al centro del progetto tecnico della Juventus e nel frattempo di valutare l’ipotesi migliore per il suo futuro ha rilasciato un’intervista a Mundo Deportivo.
Parla in apertura del suo ritorno a Torino e del recente infortunio: “Penso di essere stato un po’ sfortunato, ma è passato e mi sento molto meglio di allora. Voglio davvero giocare di nuovo e cercare il mio livello più alto come giocatore. Penso di aver imparato molto. Quando esci dalla tua comfort zone impari ancora di più. Devi evolverti in qualche modo e l’infortunio mi ha aiutato a farlo“.
Ricorda con affetto la sua parentesi al Barcellona: “La città è incredibile ed è un club di cui conservo ottimi ricordi. Ho vissuto momenti molto felici e i ricordi sono tutti positivi. Mi piace come giocano, mi piace guardare le loro partite e provo molto affetto per il Barça“.
Si sente maturato rispetto alle due stagioni in blaugrana: “Quando sono arrivato al Barça ero troppo giovane. Forse non ero abbastanza maturato per affrontare certe sfide che avevo. Ora sono un giocatore molto migliore, sento di avere molta più esperienza“.
Racconta l’importanza di avere al suo fianco un mental coach: “Un anno fa ho iniziato a lavorare con un ‘coach’ ogni settimana ed è una parte essenziale per me. Ho notato molta differenza, non solo come atleta, ma come persona. Mi aiuta molto ed è per questo che gli do molta importanza“.
Di recente ha rifiutato un possibile trasferimento nel campionato arabo, dicendo no a un maxi ingaggio perchè all’età di soli 26 anni si sente ancora nel pieno della sua carriera e ritiene sia meritevole di restare in Europa.