Il bonus spesa non è per tutti: ecco quale categoria è stata esclusa dal Governo.
Tra gli aiuti previsti dal governo rientra anche il bonus spesa, una misura che permette di effettuare acquisti nei supermercati usando la card del valore di 382 euro.
Il bonus spesa era stato deciso nella scorsa legge di bilancio con uno stanziamento del governo di 503 milioni, mentre l’Inps si è occupato di individuare i beneficiari.
Tra questi non rientrano due categorie ben precise: ecco perché e chi sono coloro che sono stati esclusi a priori dall’aiuto varato dal Governo.
Il bonus spesa è un aiuto previsto dal Governo per le famiglie in difficoltà. Non va richiesto, ma è l’Inps che si occupa di individuare i beneficiari e di destinare loro la card del valore di 382,50 euro da ritirare alla Posta. L’Inps, infatti, ha distribuito ai Comuni i numeri identificativi delle carte in modo che i beneficiari possano essere avvisati. Ma come sono stati scelti questi ultimi? Il governo ha deciso di destinare il bonus spesa a chi ha un reddito Isee non superiore a 15mila euro e a chi non percepisce aiuti di alcun tipo, dal reddito di cittadinanza al reddito di inclusione, passando per la disoccupazione (Naspi), la cassa integrazione e indennità di mobilità.
Individuata la platea di beneficiari, dunque, il Comune provvede a contattarli e ad invitarli a ritirare la Poste Pay loro destinata una tantum. Dall’iniziativa avviata dal Governo, però, ci sono delle categorie che sono state escluse a priori, scatenando così non poche polemiche a riguardo. Vediamo nel dettaglio chi non può usufruire dell’aiuto varato dal Governo.
Tra i requisiti da rispettare per ricevere la card del bonus spesa, non c’è solo l’Isee ma anche il numero dei componenti del nucleo familiare, che deve essere composto da almeno tre persone. Le coppie, i single e i single con un figlio non riceveranno, dunque, la carta prepagata per fare la spesa. I criteri di assegnazione, infatti, danno priorità alle famiglie con tre componenti di cui almeno uno sotto i 14 anni, dando la precedenza ai nuclei con i componenti più piccoli.
Tocca poi alle famiglie con tre componenti – di cui almeno uno minorenne – e poi alle famiglie con tre componenti senza limiti di età. Il sostegno del Governo, inoltre, terrà conto non solo del reddito nucleo familiare, ma anche del numero di abitanti del Comune di residenza e della “distanza” tra il reddito medio locale e quello nazionale.