Esito amaro per l’attivista Patrick Zaki: dall’Egitto arriva la nuova sentenza. Scatta la mobilitazione dell’opinione pubblica.
Lo spinoso caso di Patrick Zaki ha nelle ultime ore riservato un colpo di scena desolante per la famiglia e la fidanzata dell’attivista.
La sua detenzione era scattata il 7 febbraio del 2020 in seguito all’intercettazione – e al successivo fermo – di quest’ultimo da parte della Autorità egiziane presso l’aeroporto de Il Cairo.
Il giovane studente era stato tratto in arresto con svariati capi di accusa: nella fattispecie, sovversione, divulgazione di false notizie, incitamento alle proteste illegali e propaganda a favore del terrorismo.
Dopo una breve detenzione nel carcere di Mansura, lo studente era stato trasferito nella struttura di Tora, a Il Cairo, e la pena era stata temporaneamente sospesa il 7 dicembre del 2021. Al suo rientro in Italia, Patrick Zaki ha conseguito una laurea presso l’Università Alma Mater di Bologna, ed avrebbe deciso di convolare a nozze con la fidanzata. La cerimonia, però, dovrà attendere. Una recente udienza nel Tribunale di Mansura ha infatti inflitto 3 anni di detenzione aggiuntiva al giovane egiziano. “Calcolando la custodia cautelare” – ha riferito un legale di Patrick Zaki – “Si tratta di 1 anno e 2 mesi“.
Patrick Zaki ha dovuto fronteggiare nuovamente le accuse che lo vedevano coinvolto nel 2019 nella diffusione di fake-news sul governo egiziano in merito agli attentati dell’Isis, e in 2 casi di discriminazione della comunità copta.
La madre dell’imputato ha potuto scorgere il figlio al termine dell’udienza da una finestra su un ballatoio del terzo piano del Tribunale, ed ha immediatamente espresso palese disperazione. Il sito dell’Ansa riporta le sue parole: “Mio Dio, me l’hanno preso, mio Dio, me l’hanno preso, mio Dio, me l’hanno preso!“, ed il legale principale di Patrick Zaki ha annunciato l’intenzione di affrontare un ricorso. Hoda Nasrallah ha infatti dichiarato di fronte al Palazzo di Giustizia di Mansura: “Chiederemo al governatore militare di annullare la sentenza, o di far rifare il processo, come accaduto nel caso di Ahmed Samir Santawy“. Mohamad Abdelaziz, segretario al Comitato per i diritti umani alla Camera dei Deputati egiziana, ha commentato: “Ho ricevuto rassicurazioni sul ricercatore Patrick George Zaki ed altri. (…) Percepiamo uno spirito positivo, e continuiamo a confidare nelle volontà del Presidente Al-Sisi di usare i suoi poteri costituzionali per il bene pubblico, e per creare un clima democratico per il dialogo nazionale“.
Anche il Premier italiano Giorgia Meloni ha espresso l’auspicio di una risoluzione equa del caso, ed ha dichiarato: “Il nostro impegno per una soluzione positiva al caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo fiducia“.
Amnesty International ha invece stroncato la sentenza giunta da Mansura: “Il peggiore degli scenari possibili“.
ULTIM’ORA DALL’EGITTO – Il presidente egiziano ha concesso la grazia a Patrick Zaki.