Bambini rapiti in Ucraina: lo scandalo voluto dalla Croce Rossa | Cosa sta succedendo
Scambio di accuse infuocate tra la Croce Rossa bielorussa e i vertici di Kiev: il caso dei bambini rapiti infiamma l’opinione pubblica.
Negli ultimi giorni il caso del presunto rapimento di centinaia di bambini ucraini ad opera della Croce Rossa bielorussa torna a fomentare il dibattito pubblico.
Secondo quanto riportato dal “Kyiv Post” lo scorso mese, l’ente benefico aveva riferito di aver salvato oltre 700 minorenni ucraini, nel quadro di un progetto cofinanziato dai vertici di Mosca e di Minsk. I bimbi, di età compresa tra i 6 e i 15 anni, sarebbero stati ospitati in territorio bielorusso per “ragioni di salute”: la prima tranche di essi sarebbe giunta a destinazione ad aprile 2023.
Parole osteggiate dall’attivista dell’opposizione bielorussa Pavel Latushka: egli avrebbe raccolto le prove del trasferimento forzato di oltre 2.100 bambini ucraini, provenienti da almeno 15 diverse città occupate, e l’operazione sarebbe stata avvallata direttamente da Aleksandr Lukashenko.
L’attivista ha infine riferito di aver rivolto un appello alla Corte dell’Aja, nella speranza di ottenere un’indagine internazionale in merito al presunto traffico di minori.
La replica della Croce Rossa bielorussa
Il segretario generale della Croce Rossa bielorussa Dmitry Shevtsov ha ammesso di aver contribuito al trasferimento di centinaia di bambini ucraini nel corso di un’intervista girata a Lysychansk, una città del Lugansk occupata dalle armate russe.
Ha però rettificato la versione fornita da Latushka: “Sono stato colpito al cuore dal fatto che la gente accusi la Bielorussia di rapire bambini. Non posso permettere che sia danneggiata l’immagine di un intero Paese, della Croce Rossa bielorussa o dell’intero movimento mondiale della Croce Rossa, che è impegnato nella protezione dei valori umani, nel salvare vite e aiutare chi ha bisogno, a prescindere da chi sia. È questo ciò che facciamo“. Shevtsov ha recisamente negato l’intenzione di rieducare i bimbi trasferiti dall’organizzazione: l’operazione avrebbe fini puramente benefici e costruttivi per il loro futuro. Shevtsov ha concluso: “La Croce Rossa bielorussa ha preso, sta prendendo e continuerà a prendere parte in questo. I bambini dimenticano gli orrori della guerra, possono riposarsi, e sentono di aver trovato un’isola di felicità“.
La reazione di Kiev
In seguito alla messa in onda del servizio, il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha rimbeccato: “Shevtsov ha confessato pubblicamente il crimine di deportazione illegale di bambini dalle aree occupate dell’Ucraina“.
Per quanto riguarda la Federazione Internazionale della Croce Rossa, con sede a Ginevra, i vertici dell’associazione hanno chiesto l’apertura di un’indagine indipendente sulle possibili violazioni dell’integrità compiute dalla sezione bielorussa.