Patrick Zaki, il Codacons chiede lumi: “Quanto è costato liberarlo?” | C’è polemica
Esplode il caso dopo la liberazione di Patrick Zaki: il Codacons indaga sulle spese sostenute dal Governo per il ricercatore egiziano.
Il 19 luglio 2023 si è conclusa la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Patrick Zaki, laureatosi da breve tempo all’Università Alma Mater di Bologna e in odore di nozze con la fidanzata.
Il giovane egiziano era stato in precedenza condannato a 3 anni di carcere dalla Autorità egiziane, ma l’intervento diplomatico del Governo italiano ha convinto il presidente al-Sisi a commutare la sentenza in una grazia che ha allietato l’opinione pubblica di entrambi gli Stati, cementando i rapporti tra le due Nazioni.
Nelle ultime ore, però, in perfetta analogia con il caso di Silvia Romano – la ragazza rapita in Kenya e poi restituita alla famiglia in seguito al pagamento di un riscatto – il Codacons ha annunciato l’intenzione di approfondire i termini della scarcerazione del ricercatore.
L’ente presenterà un esposto alla Corte dei Conti, e chiederà lumi in merito agli accordi stretti dal Governo per la liberazione di Patrick Zaki.
Patrick Zaki torna in libertà, ma il Codacons chiede chiarezza
Nel 2020, all’epoca del rapimento di Silvia Romano, il Codacons si era dichiarato soddisfatto dall’esito delle trattative, ma aveva sottolineato: “Siamo tutti lieti per la liberazione di Silvia Romano. Ovviamente salvare i nostri connazionali è un obbligo per lo Stato italiano, ma il pagamento di un riscatto a favore dei rapitori potrebbe rappresentare un reato“.
Allo stesso modo, il Codacons ha deciso di indagare sulle spese sostenute dal Governo per l’intervento e la mediazione dell’Ambasciata italiana, così come gli oneri per l’invio di un aereo di Stato – poi rifiutato da Zaki – per il recupero del ricercatore. Il presidente dell’associazione Carlo Rienzi ha riferito: “Chiariamo subito che il ritorno in libertà di Zaki è un’ottima notizia, e siamo assolutamente felici del positivo epilogo della vicenda“. Ha però precisato: “Da più parti si stanno sollevando dubbi e domande circa le spese sostenute dal Governo italiano per riportare il ricercatore egiziano a Bologna“.
La richiesta di Carlo Rienzi
Il presidente del Codacons ha infine decretato: “Queste attività potrebbero aver determinato spese pubbliche su cui è necessario far luce. I cittadini hanno il diritto di sapere se il caso Zaki ha rappresentato un costo per le casse statali, e quanto sia costata in termini economici la sua liberazione“.
Nei prossimi giorni si attende l’esito della pubblica istanza dell’ente a tutela degli utenti e dei consumatori.