Per i dipendenti di Zoom arriva il giro di vite: stop allo smart working, da agosto cambiano le regole per il colosso.
L’epoca pandemica ha apportato drastiche ripercussioni sulla società e sul mondo del lavoro, in particolare per quanto concerne le attività in presenza.
Complici i ripetuti lockdown, infatti, molte aziende – al pari delle scuole – hanno convertito il proprio iter produttivo, adattandolo ai diktat delle Istituzioni. Numerosi dipendenti privati e statali hanno quindi sperimentato per la prima volta la pratica dello smart working, lavorando dalla comodità delle proprie abitazioni, e senza spese aggiuntive per il trasporto fino alla sede.
Uno dei mezzi più utilizzati per comunicare in video con i collaboratori – al pari di Skype e Google Meet – è stata sicuramente la piattaforma Zoom, fondata nel 2011 e disponibile per Android, Windows, iOS e Linux.
I suoi dipendenti in primis hanno inaugurato il lavoro da remoto, ma la recente presa di posizione di Joe Biden sembra aver persuaso i vertici dell’azienda a favorire il ritorno in presenza.
In seguito all’appello del sindaco di Washington D.C., il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha caldeggiato il ritorno in presenza per i dipendenti della maggiori agenzie federali statunitensi. Nella Capitale, infatti, numerose caffetterie, ristoranti e negozi hanno accusato la minore affluenza di clientela, e molte attività hanno abbassato la serranda a fronte dei mancati guadagni.
La società Zoom sembra intenzionate a percorrere la stessa linea di condotta, e da agosto adotterà un approccio ibrido strutturato, che vincolerà i lavoratori residenti entro le 50 miglia (ovvero 80 chilometri) dalla sede di lavoro a raggiungere le proprie postazioni almeno 2 volte alla settimana. Fino a luglio il 12% dei lavoratori negli U.S.A. aveva provveduto alla propria mole di lavoro completamente da remoto, mentre il 29% era già operativo nella succitata modalità ibrida.
Il colosso di comunicazioni virtuali si è accodato alle recenti iniziative analoghe di Amazon e Disney, anch’esse orientate verso un graduale ritorno al lavoro in presenza.
Nonostante la manovra miri a implementare la produttività ed il controllo sull’operato dei dipendenti, ad inizio 2023 Zoom aveva annunciato un taglio del 15% al personale preesistente, e le sue azioni sono colate a picco rispetto ad ottobre 2020. L’azienda ha però garantito: “Continueremo a sfruttare l’intera piattaforma Zoom per mantenere i nostri dipendenti e i team dispersi connessi, e lavorare in modo efficiente“.