Il Parmigiano Reggiano non sarà più lo stesso d’ora in poi. Scopri che cosa è successo.
Il Parmigiano Reggiano, spesso chiamato “Re dei Formaggi”, è un’eccellenza culinaria italiana apprezzata in tutto il mondo. Questo formaggio è detto a pasta dura, prodotto esclusivamente in alcune province dell’Emilia-Romagna. Tuttavia, dietro la sua rinomata bontà si cela un’ombra minacciosa: la produzione di falsi prodotti che tentano di sfruttare la sua fama.
Il Parmigiano Reggiano è un prodotto DOP che deve rispettare rigorosi standard di produzione. Viene creato utilizzando solo ingredienti naturali: latte crudo proveniente da bovine alimentate con foraggi locali, senza l’aggiunta di conservanti o additivi. La sua stagionatura è lunga e può durare da 12 a 36 mesi, fatto che rende la consistenza così granulosa. Gli esperti affermano inoltre che la stagionatura sia uno dei segreti della bontà del Parmigiano.
Tuttavia, la sua reputazione ha attirato l’attenzione di produttori disonesti che cercano di capitalizzare sul nome Parmigiano Reggiano, spesso etichettando prodotti di qualità inferiore come se fossero genuini. Questi “falsi Parmigiano” non solo ingannano i consumatori, ma danneggiano anche l’industria casearia italiana e il lavoro dei veri produttori. Scopriamo dunque le novità del caso.
In molti gridano già alla distopia fantascientifica, commentando con frasi del tipo “Adesso il nostro cibo avrà dei chip”, “Il 5G è dannoso per la salute”. Nulla di più insensato. Per contrastare l’avanzata della produzione di formaggio falso o, meglio, di un altro tipo di formaggio che si spaccia tuttavia per Parmigiano Reggiano, è stato introdotto un chip.
Le autorità italiane e le organizzazioni di settore stanno inoltre lottando per contrastare questa pratica diffusa di contraffazione. Hanno implementato misure di controllo più rigorose e stanno promuovendo la conoscenza del vero Parmigiano Reggiano tra i consumatori, incoraggiandoli a cercare il marchio DOP e a verificare l’autenticità del prodotto. Tutto stupendo, ma quindi i consumatori mangeranno dei chip?
I produttori si dicono dunque convinti a implementare questo chip all’interno delle forme di formaggio DOP di cui si è fatta menzione finora. I primi test sono già iniziati su almeno 100 forme di formaggio, ma attenzione, la domanda che si stanno ponendo tutti è la seguente: che impatto hanno questi chip all’interno dell’organismo che ingerisce tali oggettini?
La risposta è semplice. I chip sono commestibili. In pratica, stando agli esperti, i consumatori nemmeno si accorgeranno della loro presenza all’interno delle forme di formaggio. Il chip in questione si chiama P-Chip. Questo sistema è a prova di caldo, di freddo e di ghiaccio.