Vacanze 2023, facciamo un bilancio economico: ecco in cosa si è speso di più
Le vacanze estive del 2023 sono agli sgoccioli: il recente report italiano riserva dei dati assolutamente inaspettati.
Nonostante l’inflazione martellante sul carrello della spesa, l’impennata dei prezzi dei carburanti e delle tariffe dei voli aerei, milioni di italiani hanno espresso la volontà di concedersi una meritata pausa estiva nei mesi più caldi del 2023.
Nonostante la delicata situazione economica nel Belpaese, infatti, le ferie annuali sono ancora considerate da molti un lusso irrinunciabile e vitale per il benessere personale, a costo di stringere le cinghia nei mesi precedenti all’agognata villeggiatura.
In effetti, il recente report di Coldiretti ha evidenziato la voglia di evasione dalla routine da parte di molti cittadini: si stima infatti che, nonostante le privazioni, solo il 10% di essi abbia rinunciato a tuffi, scarpinate in montagna e gite nelle città d’arte.
Se le presenze nelle mete turistiche nazionali ed internazionali sono sensibilmente calate, i vacanzieri effettivi hanno segnato un’impennata nei consumi di un particolare settore produttivo: scopriamo quale.
Vacanze estive 2023: l’analisi dei consumi
Come anticipato, il flusso turistico sembra essersi affievolito del 10% rispetto al 2022; tuttavia, la percentuale di villeggianti fortunati ha segnato una tendenza piuttosto diffusa nei loro consumi durante la vacanze estive.
Secondo l’analisi di Coldiretti/Ixè, effettuata alla vigilia dell’ultimo weekend di controesodo, il mese di agosto ha rappresentato il periodo più gettonato dagli italiani per le ferie, ed ha totalizzato circa 20 milioni di partenze sui 37,5 milioni complessivi del 2023. Il periodo medio di permanenza, però, si è accorciato: la metà dei vacanzieri ha trascorso fuori casa meno di una settimana, e solo il 25% di essi ha optato per 1-2 settimane. Solo il 4% ha esteso le vacanze oltre il mese, trend in calo a partire dai lontani anni ’90. Se la maggioranza degli italiani ha scelto mete nazionali, il 28% di essi ha invece regalato la propria preferenza all’estero, complici forse anche le offerte più concorrenziali. E se le mete marittime, come di consueto, hanno raccolto la maggiore affluenza, si sono attestati in crescita anche i piccoli borghi, i parchi e le campagne.
Cibo e vini tipici al top
I turisti italiani hanno mostrato la voglia di sperimentare gusti, profumi ed eccellenze tipiche dei territori prescelti, e vagato tra boutique e agriturismi alla ricerca di esperienze sensoriali degne di nota.
Tale spesa si è infatti inserita alla prima voce del budget a disposizione delle vacanze, e testimonia la forza in Patria dei prodotti made in Italy, siano essi gadget enogastronomici, spuntini nei street food o la spesa alimentare nelle tipiche bancarelle rionali.