La musica accompagna da sempre la nostra vita quotidiana. Ora l’app che ci aiuta a riconoscerla è in pericolo.
La musica è da sempre un caposaldo della nostra vita quotidiana. Così come in un film rappresenta gran parte del merito del successo o meno della pellicola, in egual modo, nella vita vera, le canzoni adornano la trama delle nostre giornate. Passeggiamo con le cuffiette nelle orecchie per recarci a lavoro, al mare, a scuola o per una semplice commissione.
Tuttavia, quando siamo in auto o a casa d’altri e ascoltiamo una canzone che ci suona familiare, è Shazam che ci aiuta a ricordare di che si tratti. L’app infatti consiste nel riconoscimento dei brani dopo pochi secondi di ascolto. L’app ti fornisce dunque titolo del brano, autore, esecutore, testo e traduzione. Insomma, un servizio completo.
Ciò che però forse molti non sanno è che l’app offre anche collegamenti diretti a servizi di streaming, permettendo agli utenti di ascoltare immediatamente la canzone appena scoperta. Inoltre, Shazam ha creato un ponte tra il mondo reale e quello digitale, offrendo un’esperienza interattiva attraverso codici QR musicali che possono essere scansionati per svelare contenuti extra, come video musicali esclusivi o dietro le quinte.
Non è tutto. L’evoluzione di Shazam non si ferma qui perché nel corso degli anni, l’app ha integrato funzioni avanzate come il riconoscimento visivo di oggetti e l’ascolto continuo per identificare la musica in background. Ora però, tutto questo potrebbe finire.
La notizia è confermata anche da TheVerge.com. Dalla metà di agosto 2023 è in atto il testing di una nuova funzionalità per il colosso del video streaming: YouTube. A quanto pare, dopo l’insuccesso del servizio “Premium”, il tubo starebbe pensando di implementare la funzione di riconoscimento musicale.
Questo rappresenterebbe un problema per Shazam, esperta in questo settore e unico vero scopo dell’app. Cosa succederebbe se un colosso come YouTube fornisse dunque il servizio completo su un unico social, offrendo musica e riconoscimento della stessa in background?
Google conferma che i test che sono attualmente in corso riguardano una cerchia estremamente ristretta di utenti. A costoro è stato chiesto di sottoporre l’app a circa 3 secondi di musica per poter riconoscere il brano.
Ciò che fa molto riflettere è che nel momento in cui YouTube comprende di che canzone si tratti, reindirizza l’utente a contenuti ufficiali preesistenti già sulla sua piattaforma. Comodo, no?