Presto privatizzata: lo Stato pronto a vendere anche quest’ultima azienda | È la fine di un’era
Emerge l’ipotesi di una martellante campagna di privatizzazioni in Italia: nel mirino dell’esecutivo alcune aziende eccellenti.
Al pari di milioni di italiani, anche numerosi componenti dell’esecutivo Meloni sono tornati al lavoro, ed uno dei primi temi caldi dell’autunno – accanto alla proposta del salario minimo – sembra essere l’ipotesi di nuove privatizzazioni.
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha iniziato a ventilare la cessione del pacchetto di maggioranza dell’istituto bancario toscano Monte dei Paschi di Siena. Dopo il salvataggio in extremis del 2017, infatti, l’Italia ha garantito all’Unione Europea l’uscita della banca dal settore pubblico, e tale impegno dovrà essere liquidato entro il 2024.
Il vicepremier Antonio Tajani ha però sbarrato la strada per l’ennesima volta all’imminente cessione, ribadendo che lo Stato italiano non devo fungere da banchiere, presa di posizione condivisa anche da alcuni esponenti della Lega.
In un’atmosfera così instabile, è improbabile che si ripresenti lo scenario di 30 anni addietro, quando Romano Prodi (allora presidente dell’Iri) varò una massiva campagna di privatizzazioni, ma alcune aziende potrebbero ben presto testimoniare un cambio di gestione.
Privatizzazioni 2023: ecco tutte le ipotesi sul tavolo
Le casse statali non sembrano godere di particolare floridezza, ed una campagna di privatizzazioni potrebbe senz’altro rimpinguarle in tempi record, come accaduto all’epoca della cessione di Stet, Autostrade, Sme e Finsider.
Nel 1992, inoltre, l’allora direttore generale del Ministero del Tesoro Mario Draghi si era speso in sforzi colossali per riabilitare l’immagine pubblica del Belpaese. Come dimenticare, infatti, la crociera sul “Britannia” (lo yacht privato della Regina Elisabetta), cui aveva partecipato assieme alle personalità più influenti della politica e della finanza nel tentativo di regalare lustro alla compravendita internazionale? Il Governo Meloni, a conti fatti, potrebbe infine optare per un’evoluzione analoga (pur senza yacht, né Queen Mary). Non si conosce, perciò, l’imminente destino di gruppi come Ita Airways o delle società di raccolta e riciclaggio rifiuti, ma Antonio Tajani negli ultimi giorni sembra aver ammorbidito i toni, e non esclude l”ipotesi di un compromesso.
Le parole di Antonio Tajani
Il vicepremier ha riferito al quotidiano “La Stampa”: “I porti sono un esempio, ma pensiamo a servizi come il trasporto pubblico locale, le municipalizzate, la gestione dei rifiuti. Si tratta di ambiti in cui delle volte si nascondono dei carrozzoni. E ormai lo Stato ha poche risorse“.
Tajani ha infine concluso: “Una gestione privata aumenterebbe l’efficienza, attirerebbe gli investitori e farebbe risparmiare soldi al settore pubblico. Più privato è, meglio è. Solo l’acqua penso non possa essere privatizzata, perché è un bene primario e troppo prezioso“.