Monreale, il racconto agghiacciante delle due sorelle: l’ennesima storia di abusi e violenze in famiglia.
Nelle ultime settimane lo stupro di gruppo a Palermo ai danni di una 19enne ha monopolizzato i titoli dei TG nazionali e fomentato l’indignazione sui social.
I bollettini della violenza di genere – dagli stupri alle molestie sui minori, senza dimenticare la piaga dei femminicidi – hanno testimoniato nell’ultimo decennio un’impennata che assume contorni sempre più preoccupanti.
La denuncia, raccolta inizialmente da un’insegnante di sostegno, arriva dalla bocca di una 13enne di Monreale. L’adolescente ha raccontato alla docente di aver subito reiterati abusi – assieme alla sorella 19enne – ad opera dello zio e del nonno.
L’insegnate aveva colto alcuni segnali di malessere nella bimba dopo averla vista tracciare sulla lavagna la rappresentazione di genitali maschili; messa alle strette, la giovane ha finalmente rivelato: “Accadono cose troppo brutte in famiglia. Cose che non si possono ripetere. Cose brutte con mio nonno e mio zio“. Non è tutto: secondo il racconto, la madre avrebbe tollerato e coperto gli abusi nel tentativo di proteggere i congiunti.
Il caso, ora al vaglio della Procura di Palermo, ha determinato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due imputati, attualmente accusati di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo e lesioni personali, con l’aggravante di aver perpetrato gli abusi a danno dei discendenti.
La 13enne avrebbe riferito all’insegnante di sostegno: “Mio zio ha qualche problema con me, e anche mio nonno. Era una giornata come questa, e stavo dormendo. La nonna non c’era“. In seguito, la bimba avrebbe tentato di comunicare il suo disagio a genitori: “Mio padre mi ha chiesto perché piangevo, e ho detto che mio nonno e mio zio mi hanno fatto questo. Mio padre si è arrabbiato tantissimo sia col nonno che con lo zio. Poi non l’ho detto più a nessuno. Poi è successo di nuovo e di nuovo. Io poi ho detto basta“. La confessione della giovane avrebbe però sortito un effetto controproducente: “Tutta la famiglia sa di questa cosa. (…) Quando avevo 9 anni, mia madre mi ha fatto prendere la pillola del giorno dopo. Ero spaventatissima. Ma non potevo essere incinta, perché ero piccola“.
Nel momento in cui questa orrenda storia è diventata pubblica, il sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono ha annunciato di voler porre fine al fenomeno della violenza sui minori.
Secondo il primo cittadino, infatti, “occorrono più fondi e poteri ai Comuni, per avviare progetti educativi nelle scuole“.