Olio d’oliva, a Milano ha raggiunto il costo di 9,40 euro al litro: e il prezzo potrebbe salire ancora
Cattive notizie per i consumatori italiani: il prezzo dell’olio di oliva supera i massimi storici
Per la seconda annata consecutiva, il prezzo dell’olio di oliva ha testimoniato un’impennata nel consumo all’ingrosso e al dettaglio. Un condimento che rischia di entrare di diritto nei beni alimentari di lusso, al pari dei tagli di carne pregiata, del caviale e del tartufo d’Alba.
Nelle ultime settimane il mercato di Bari ha proposto ai clienti di passaggio olio di oliva a 9,30 euro al litro, mentre quello di Milano ha affisso prezzi di listino record, a circa 9,40 euro al litro.
Un dato preoccupante, e che minaccia di peggiorare nei prossimi mesi: la raccolta di olive nell’ultimo biennio si è rivelata assai scarsa; il trend, peraltro, non riguarda solamente l’Italia, ma anche gli altri principali produttori europei.
Anche Spagna e Grecia, infatti, sono reduci da due annate di siccità e infestazioni di parassiti. I produttori stanno quindi raschiando il fondo del barile, e l’assenza di giacenze determina un’impennata nel prezzo delle esigue scorte a disposizione dei consumatori.
Olio di oliva, prezzi alle stelle: le ragioni
L’olio di oliva si contraddistingue dagli altri condimenti analoghi per l’alta qualità dei frutti selezionati e per la certosina tecnica di spremitura, eseguita con modalità meccaniche e, nella maggior parte dei casi, a freddo.
Il passaggio obbligato nei frantoi rappresenta quindi un costo inevitabile per il produttore, che dovrà anche fornire, contestualmente alla vendita, delle certificazioni richieste dall’Unione Europea, una su tutte la percentuale di acidità. L’olio di oliva in seguito deve anche passare al vaglio dei panel test, ovvero analisi gustative ed olfattive eseguite a campione da team di esperti del settore. Solo dopo la convalida delle caratteristiche organolettiche stabilite dai parametri dell’UE il prezioso olio potrà essere classificato extravergine. In aggiunta all’onerosa procedura di raccolta, spremitura ed analisi, la campagna olearia 2022/2023 si è rivelata addirittura più scarsa della precedente, con il 37% in meno di tonnellate immesse sul mercato. Tutte le regioni italiane hanno registrato tale flessione, ed i produttori si trovano a fronteggiare da mesi giacenze sempre più contenute di olio di oliva, il cui prezzo viene calmierato proprio in base alla sua disponibilità.
Olio di oliva sempre più scarso dopo siccità e parassiti
Nessuna meraviglia, dunque, se il prezzo di listino di ogni marchio lievita di settimana in settimana negli scaffali dei supermercati. La siccità, del resto, ha favorito il fenomeno della “cascola”, ovvero la caduta a terra prematura delle olive.
Senza dimenticare, infine, anche le infestazioni da Bactrocera oleae, detta anche mosca dell’olivo, nonché quelle da Dasineura oleae, ribattezzata cecidomia dell’olivo.