Quanto e come il fumo può danneggiare la salute dei giovani? Le scoperte di un team internazionale di studiosi.
Il fumo è uno dei vizi più dannosi per la salute dei consumatori che, nonostante le svariate campagne di sensibilizzazione contro il fumo, non riescono ad abbandonare questa “pericolosa abitudine”.
Ad acquistare le sigarette, tuttavia, non sono solo gli adulti ma anche i giovani, il cui consumo di tabacco è aumentato notevolmente negli ultimi anni.
Uno studio effettuato da un team internazionale ha messo in evidenza uno degli innumerevoli danni che il fumo può apportare ai consumatori più giovani: il rimpicciolimento del cervello.
È sempre più frequente osservare in giro giovani adolescenti che si intrattengono con una sigaretta. Sebbene si stia diffondendo a macchia d’olio anche l’abitudine di usare sigarette elettroniche o svapo, la classica sigaretta resta una delle manie alle quali proprio non si riesce a rinunciare. I prodotti che contengono al loro interno la nicotina sono, tuttavia, molteplici e davvero attraenti per i più giovani che tra i 15 e i 19 anni ne hanno usato almeno uno.
Uno studio condotto nel 2021 ha evidenziato come le sigarette tradizionali siano le più utilizzate: secondo i dati raccolti dall’Istituto di Fisiologia Clinica, sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari, il 61% degli studenti le ha provate nella vita, il 43% ha fumato nel corso dell’anno, circa un terzo nel mese e quasi il 22% ne fa un uso quotidiano. Ma quali sono i danni che il fumo può apportare alla salute dei giovani? Non si tratta solo di malattie, ma anche di riduzione della materia grigia nel cervello. Ecco cosa è stato scoperto.
Un team internazionale guidato dal bioinformatico dell’Università di Fudan, Tianye Jia, e dal neuroscienziato cognitivo Shitong Xiang, ha attestato che le persone più propense a iniziare a fumare da adolescenti tendono ad avere una riduzione della materia grigia in due importanti regioni del cervello. Lo studio è stato effettuato su soggetti del Regno Unito, Germania, Francia e Irlanda, e i ricercatori hanno messo a confronto coloro che avevano iniziato a fumare all’età di 14 anni con i non fumatori, ripetendo poi l’analisi con gli stessi pazienti all’età di 19 e 23 anni.
Ciò che è emerso è stupefacente! Coloro che hanno iniziato a fumare in adolescenza hanno presentato una netta riduzione della materia grigia in una parte del cervello – la corteccia prefrontale ventromediale sinistra – che si interessa della regolazione emotiva, del processo decisionale e dell’autocontrollo. Il test, ripetuto cinque anni dopo, ha messo in evidenza come la materia grigia fosse diminuita anche nella regione destra del cervello.