L’arrivo in massa di migliaia di migranti a Lampedusa ha messo in ginocchio l’hotspot della città.
Nei giorni scorsi l’hotspot di Lampedusa ha accolto 2.154 migranti, giunti in Sicilia con 51 barchini, e altri 5.112, arrivati sulle coste grazie a 110 natanti.
Al conteggio si aggiungono anche le 135 persone sbarcate nelle ultime ore, e l’hotspot di Lampedusa annovera al momento 4.457 migranti; 453 di essi verranno trasferiti a Trapani a bordo della barca dedicata “Lampedusa”, mentre 480 saliranno a bordo della “Veronesi” verso Augusta.
Ulteriori 700 verranno condotti con il traghetto di linea “Galaxy” a Porto Empedocle, e 300 saliranno sulla nave militare “Orione”, in direzione di Catania.
L’ingente afflusso di migranti impensierisce il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “L’arrivo dei migranti sulle coste internazionali evidenzia come ci siano degli interessi internazionali che vogliono colpire l’Italia. Il nostro Paese non può essere lasciato da solo“.
Anche il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino ha riferito a Sky Tg24: “La situazione sull’isola è giunta ad un punto di non ritorno: serve che l’Europa ci metta la faccia, con un’operazione di soccorso in tutto il Mediterraneo, e che il Governo prenda decisioni immediate, rapidità e continuità nei trasferimenti, oltre a interventi di sostegno al territorio“.
Il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato invece a “Il Corriere della Sera”: “Può perfino peggiorare, e l’Italia, come hanno detto giustamente sia la presidente del Parlamento Europeo Metsola sia la presidente della Commissione Von Der Leyen, deve essere aiutata a livello continentale. Non possiamo esser lasciati soli”. Ed ha inoltre aggiunto: “O prendiamo il toro per le corna, o non ne usciamo. Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme, che interessa non solo quasi l’intera Africa, ma anche l’afflusso dalla rotta balcanica“.
Il vicepremier ha poi sentenziato: “Abbiamo coinvolto le Nazioni Unite, il G20, abbiamo lavorato a una grande conferenza internazionale che deve essere l’avvio di un processo di stabilizzazione del Sahel. Noi facciamo tutto quello che è umanamente possibile: i ministri della Difesa, dell’Interno, il mio sono al servizio e al lavoro per affrontare l’emergenza“.
“Ma” – ha avvertito infine Tajani – “l’instabilità della regione sub-sahariana, per la quale servirebbe una grande mobilitazione, è drammatica, l’accoglienza dei migranti irregolari pesa tutta sulle nostre spalle. Sono costi enormi“.