Corte Ue, sentenza contro la politica francese: “I respingimenti dei migranti devono seguire un criterio umanitario”
La corte Ue si pronuncia contro la politica dei respingimenti in Francia.
La questione dei migranti è un tema caldo degli ultimi anni, spesso strumentalizzato dalle fedi politiche di destra o sinistra per fabbricare consenso, mediante una dialettica apparentemente favorevole o contraria. Ad ogni modo, il fenomeno migratorio riguarda l’intero mondo, ma nella fattispecie, lo spazio Schengen.
La zona citata si compone di ben 23 dei 27 stati membri dell’Unione europea. Fino a poco tempo fa, il passaggio, da parte di un migrante, da stato a stato facente parte della zona Schengen, non incontrava alcun controllo presso la frontiera interna. Quando i controlli vengono ripristinati, generano nuove criticità presso le frontiere.
È quanto accaduto in Francia, dove i controlli interni sono appunto stati ripristinati. Tuttavia, il codice frontiere Schengen sembrerebbe confliggere con la direttiva sui rimpatri. Per tal motivo, la Corte Ue è intervenuta in Francia per chiarire la situazione.
La questione si intreccia con un ricorso partito dall’interazione di Adde (Avocats pour la défense des droits des èetrangers) e il Consiglio di Stato francese, proprio in merito all’ordinanza che ha alterato la normativa su diritto d’asilo e permanenza degli stranieri, nonché il loro ingresso nello stato.
La sentenza della Corte Ue
L’Ue chiarisce le zone grigie dei provvedimenti e delle normative relative alla condotta di uno Stato membro nei confronti dei cittadini migranti. Nel caso francese, è necessario dare priorità alla direttiva sui rimpatri che stabilisce l’allontanamento del migrante irregolare dallo Stato Schengen solo in extrema ratio.
Il Consiglio di Stato francese si è infatti rivolto all’Ue anche per sbrigliare un altro punto. Nel momento in cui un cittadino di uno Stato terzo si trova già irregolarmente all’interno dello Stato membro, bisogna applicare le procedure sui rimpatri, qualora il migrante non soddisfi le condizioni di soggiorno o residenza.
I respingimenti forzati
Un punto fondamentale della delibera Ue riguarda la modalità con la quale dovessero avvenire i respingimenti forzati. L’allontanamento, sebbene considerato legittimo dalle normative prescritte e il codice frontiera Schengen, deve comunque rispettare un criterio “umanitario”. Non si tratta solo di utilizzarlo come ultima opzione.
Al migrante irregolare, infatti, va concesso un quantitativo di tempo determinato entro cui poter allontanarsi volontariamente dal territorio. Ciononostante, Adde ha sottolineato la limitatezza del codice frontiere Schengen e della normativa rimpatri, mentre gli esseri umani che migrano sembrerebbero essere trattati sempre più alla stregua di cianfrusaglie indesiderate.