Tik Tok ha annunciato la creazione di un’etichetta per tutti i contenuti social prodotti da un’AI
Tiktok ha deciso di segnalare agli utenti tutti i contenuti prodotti con l’intelligenza artificiale
Fotomontaggi, fake news e deep fake sono solo alcuni dei pericoli per un’informazione sana e consapevole. Alcuni fotomontaggi – usando un termine pratico finalizzato ad agevolare la comprensione – vengono prodotti a scopo satirico. Un esempio è il noto video circolato sul web che raffigurava Putin nel mentre di una danza pop. È chiaro che la finalità di tale contenuto, in questo caso, fosse ridicolizzare il capo di stato russo.
Altre volte, invece, il soggetto di video del genere è un personaggio reale messo in una situazione verosimile. Qui, lo scompiglio è dietro l’angolo. Un esempio eclatante ci è dato dal deep fake di Donald Trump, in cui si mostrava l’ex leader del Mondo Libero vessato dalle autorità poiché intento a scappare.
La credibilità di tale “fotomontaggio” – questo come tanti altri – ha fatto sì che per giorni la notizia boom del momento fosse proprio questa: la cattura di Trump che oppone resistenza alla polizia. Grazie all’interconnessione che contraddistingue il nostro stile di vita, la fake news ha fatto il giro del mondo in 80 secondi.
Tiktok propone una soluzione
Tiktok avrebbe però una soluzione a portata di click: apporre un’etichetta ai contenuti postati sul proprio social che rechino l’autorialità del video. Se un contenuto è stato prodotto da un’Ai è necessario, pertanto, specificarlo in caption. La funzionalità mira a diventare automatica e non manuale.
Non si tratta di un provvedimento legale, bensì di un’iniziativa che anche altre società starebbero tentando di mettere in pratica, nella speranza che la tendenza diventi presto una consuetudine accettata da tutti o che si automatizzi. Le società hanno chiaramente un interesse economico, oltre che etico e morale.
Alcune reazioni di privati e pubblici personaggi
Nel caso di Donald Trump citato su, il problema risiede nella diffamazione, dal momento che ciò che viene spacciato per veritiero impatta sulla reputazione e sul vivere civile di un individuo colpito. Tuttavia, alcuni personaggi pubblici stanno considerando l’idea di reagire con strumenti potenzialmente utili, ma solo a breve termine.
Keira Knightley, ad esempio, pensava di porre il copyright sul proprio viso, in modo tale da sfuggire all’Ai. La soluzione è sensata, ma funzionerebbe sull’individuo, non a livello sistemico.