L’Italia è prima in Europa nella produzione di fake news, il nuovo report della Commissione Ue
Il nuovo made in Italy è primato in tutto Europa: le fake news.
L’Italia conquista il primato europeo come nazione che maggiormente fabbrica fake news. Secondo il report della Commissione Ue, nel nostro paese ci sono circa 45.000 contenuti da rimuovere in quanto violanti gli standard della politica sulla disinformazione.
Stando ad alcuni studi, tra cui “Cattive notizie” di Michele Loporcaro e “Homo videns” di Giovanni Sartori, l’origine della fake news sarebbe da ascrivere in primo luogo all’affermazione di un tipo di narrazione dei mass media, improntata al sensazionalismo.
In poche parole, la notizia nuda e cruda avrebbe lasciato il posto alla sua spettacolarizzazione. Da linguaggio scientifico, si è passati a utilizzare un sistema comunicativo prevalentemente narratologico. Le conseguenze di un approccio simile sono desumibili in ogni tipo di intervento pubblico, da parte di un politico in campagna elettorale.
I discorsi politici seguono, infatti, una struttura tipica dello storytelling, in cui il protagonista è suscettibile di empatia, poiché crea immancabilmente un legame emotivo basato sull’identificazione con l’ascoltatore; la sua missione è nobile, poiché il suo obiettivo è la difesa di un bene suo, ma, grazie al potere dell’empatia, va a coincidere con quello dell’elettorato.
L’evoluzione della fake news in Italia
Secondo Michele Loporcaro, l’affermarsi della fake news sarebbe un processo che si interseca con diversi fattori, in Italia. In primo luogo, negli anni del dopoguerra, i giornali utilizzavano un registro linguistico complesso e oscuro, con l’intento di favorire l’alfabetizzazione italiana, tuttavia sortendo l’effetto contrario.
Per opposizione a tale tendenza, nel corso del tempo, si sarebbe affermato spontaneamente un più democratico stile linguistico, che potesse realmente essere accessibile a tutti. Con l’avvento, tuttavia, dei mass media, il confine tra ufficiale e ufficioso è andato assottigliandosi, finché l’immediatezza che caratterizza il nostro stile di vita non ha preso il sopravvento, facendo sì che si prediligesse un metodo più rapido per informarsi. I social.
Mass medie e homo videns
Giovanni Sartori parla dell’homo videns, ossia di un tipo antropologico che ragiona e riflette ed esperisce il mondo in modo diverso rispetto a come facesse anni addietro. L’homo videns – lo dice la formula stessa – è un uomo che guarda. Non uno che legge. In effetti, al giorno d’oggi, il livello di attenzione medio di un individuo è vertiginosamente inferiore rispetto al secolo scorso.
Il modo di fare informazione si piega dunque a questo scopo: più immagini stimolanti, più termini carichi ed esagerati, più sensazionalismo, più velocità, più brio nel comunicare. Le fake news sono dunque il risultato di un’evoluzione storica e culturale. Sono il prodotto del nostro stile di vita. Ma come mai l’Italia ne detiene il primato?