I superbolt sono fulmini mille volte più potenti di quelli classici, che si formano solo in determinate zone geografiche. Ma perché?
Gli scienziati hanno deciso di analizzare a fondo il fenomeno atmosferico riuscendo ad arrivare alle cause dei superbolt.
Utilizzando, dunque, dei rilevatori di onde radio per determinare orario, data, posizione di migliaia di fulmini, sono riusciti a comprendere bene le origini di un fenomeno che lascia ancora tutti a bocca aperta.
Quello che è stato scoperto potrebbe anche aiutare, in futuro, a capire come comportarsi di fronte a questi fulmini che, per forza e potenza, lasciano sempre senza fiato.
I superbolt sono fulmini di estrema potenza, che risultano essere 1.000 volte più forti dei fulmini normali. Pur costituendo solo l’1% del totale dei fulmini, rappresentano un fenomeno che ha portato tantissimi scienziati a studiarne le cause. Soliti manifestarsi nelle zone dell’Oceano Atlantico Nord-Est, il Mar Mediterraneo e l’Altopiano in Perù e Bolivia, quando si verificano creano un forte boato e possono provocare danni ingenti alle infrastrutture e alle navi. Ma cosa provoca la formazione di superbolt in specifiche aree?
È bene sapere che, affinchè si formi un fulmine le nuvole temporalesche devono attraversare la linea dove la temperatura dell’aria raggiunge 0 gradi Celsius. Sopra questa linea, nella zona superiore alla nuvola, si verifica l’elettrificazione e si genera la “zona di carica” del fulmine. Un gruppo di fisici della Hebrew University, dunque, ha così deciso di studiare in maniera più approfondita il fenomeno atmosferico usando dei rilevatori di onde radio per determinare orario, data e posizione di migliaia di fulmini.
Ciò che accomuna l’Oceano Atlantico Nord-Est, il Mar Mediterraneo e l’Altopiano in Perù e Bolivia è la distanza breve tra le aree di carica dei fulmini e la superficie. Da qui è emerso che una distanza minore tra la zona di carica e la superficie terrestre o dell’acqua, causa la formazione di fulmini significativamente più energizzati. I temporali vicini alla superficie, del mare o della terra, agevolano la formazione di superbolt perché una distanza più corta implica una minore resistenza elettrica e, di conseguenza, una corrente più alta e fulmini più forti.
Le ricerche del gruppo di studiosi che hanno determinato le cause della formazione dei superbolt intendono procedere. In futuro, infatti, gli scienziati che si sono interessati a questo fenomeno desiderano esplorare altri fattori che potrebbero contribuire alla formazione dei superbolt, come il campo magnetico o i cambiamenti nel ciclo solare. Inoltre, gli studiosi potranno, dopo questa ricerca, determinare come i cambiamenti climatici possono influenzare i superbolt: temperature più calde, infatti, possono portare all’aumento di fulmini deboli, ma una maggiore umidità nell’atmosfera potrebbe contrastare ciò.