La Riaa ha deciso che la clonazione della voce con Ai sia come la piratare un prodotto.
L’impatto delle intelligenze artificiali nelle nostre vite è lampante. A risentirne maggiormente è il mondo dell’arte, poiché si tratta di un settore in cui i prodotti tendenzialmente sono ancora considerabili “artigianali”. L’introduzione dell’Ai nel mondo artistico ha generato un certo scompiglio tra illustratori, grafici e scrittori.
Infatti, questo dell’ingerenza dell’Ai era uno degli obiettivi polemici dei protestanti di Los Angeles. Qualche mese fa è cominciata una pacifica rivolta portata avanti da attori e sceneggiatori, i quali lamentavano il basso stipendio e la progressiva sostituzione delle loro competenze con quelle meccaniche dell’Ai.
Anche nell’ambito della musica si sono verificati episodi controversi. Esistono infatti rock band asiatiche dotate di frontwoman robotiche o in formato ologramma; band statunitensi che invece si servono di un’Ai per la stesura dei propri testi. Addirittura, si è vociferato della possibilità di riprogrammare la voce di John Lennon per far uscire un nuovo disco dei Beatles.
Non è esente dalla disamina la paura dei vip relativa ai deepfake. Uno degli ultimi casi registrati ha visto come protagonista Tom Hanks, il cui volto è stato clonato al fine di sponsorizzare uno studio dentistico. Molte celebrità stanno dunque considerando l’ipotesi di porre il copyright sulla propria immagine.
La Riaa è Recording Industry Association of America. Il coordinatore dell’organizzazione è Mitch Glazier, insieme a un team eterogeneo attento alle novità nel settore. Sulla scia di quanto preoccupa gli attori e i vip, la Riaa sta in effetti iniziando a considerare pericolosa la possibilità dell’Ai di clonare la voce.
La clonazione della voce, specie se per fini privati o commerciali, come accade nel settore della musica, è stata considerata una violazione al pari della pirateria. Secondo la Riaa, si è di fronte a una grave violazione dei copyright.
“La clonazione vocale dell’intelligenza artificiale ha portato a un’esplosione di opere derivate non autorizzate. Viola il diritto d’autore e il diritto dell’artista alla pubblicità” è quanto affermato ufficialmente dall’organizzazione di Washington, che si è schiarata in modo netto contro l’azienda Voicify.Ai.
Quest’ultima si occupa proprio di fornire dei modelli predefiniti di voce per la realizzazione di altri prodotti. Esistono i modelli di Ariana Grande e Taylor Swift. Insomma, secondo la Recording Industry Association of America la clonazione Ai della voce è un reato.