Un’operazione antimafia in Lombardia ha portato all’arresto di 11 persone, mentre sono stati sequestrati beni per oltre 225milioni di euro.
I carabinieri di Milano e Varese sono stati impegnati con l’arresto di 11 persone e l’avvio delle indagini su altre 153 in un’operazione coordinata dalla Dda e definita dagli inquirenti antimafia.
Il gip di di Milano Tommaso Perna ha respinto le 140 richieste di arresto per gli altri indagati e ha smontato le tesi degli inquirenti sostenendo che in Lombardia non vi è alcun sistema mafioso che lega mafia, camorra e ‘ndrangheta.
La Dda, dunque, ha deciso, di chiudere le indagini sostenendo sempre la tesi delle alleanze tra le tre mafie e di fare ricorso al Riesame per le richieste di custodia cautelare rigettate.
Nella giornata del 25 ottobre scorso, i carabinieri di Varese e Milano hanno arrestato 11 indagati in una operazione antimafia coordinata dalla Dda. L’indagine ha richiesto l’impiego di 600 carabinieri sull’intero territorio nazionale che hanno eseguito ben 60 perquisizioni. Al termine dell’azione sono finiti in carcere 11 indagati, mentre il gip di Milano ha rigettato 140 richieste di arresto per altrettanti indaganti smontando le ipotesi di un “patto” tra le tre mafie, Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra, in Lombardia. Gli undici arrestati, infatti, sono stati portati in carcere per la contestazione di reati differenti da quello di associazione mafiosa.
In seguito alla decisione del gip Tommaso Perna, la Dda ha deciso di chiudere le indagini, contestando sempre “l’alleanza” tra le tre mafie, e di fare ricorso al Riesame per le richieste di custodia cautelare respinte. Nell’inchiesta portata avanti dalla Dda figura anche la persona di Paolo Aurelio Errante Parrino, che secondo gli inquirenti avrebbe rappresentato il punto di raccordo tra l’alleanza delle mafie in Lombardia e Matteo Messina Denaro, morto lo scorso settembre. Il gip, però, ha respinto anche la richiesta di arresto di Parrino, che resta ora libero.
Nonostante l’ipotesi respinta dal gip Perna sull’alleanza tra mafie in Lombardia, l’argomento era stato già trattato lo scorso agosto dal procuratore di Milano, Marcello Viola, durante un’audizione alla commissione antimafia. Quest’ultimo aveva evidenziato come, recenti indagini, avessero portato alla scoperta di “accordi stabili e duraturi tra ‘ndrangheta, criminalità siciliana e quella di stampo camorristico” che, in Lombardia, si occupavano prevalentemente del “settore del riciclaggio”.
La Dda milanese, ora, punta tutto sul Riesame e tenterà di portare a processo gli oltre 150 indagati, dopo aver chiuso le indagini con atti notificati lo scorso 25 ottobre contestualmente all’esecuzione degli 11 arresti.