Legge di bilancio 2023, il governo abbassa il Canone Rai di 20 euro l’anno
Una nuova manovra ha abbattuto i costi del canone Rai. È la nuova legge di bilancio 2024.
Il canone Rai è da tempo stato incorporato all’interno della bolletta della luce e dell’elettricità. Con la nuova legge di bilancio proposta per il 2024, il governo Meloni ha abbassato di 20€ il costo del servizio pubblico. Nella nuova bozza della legge, è scritto infatti che il canone Rai sarà fissato a 70€ per uso privato.
Alcune sezioni della bozza sono state rese fruibili pubblicamente. Difatti, una parte del documento è stata riportata sul web, nello specifico quella riguardando la totalità del contributo versato alla società, pari a 430 milioni di euro per l’anno 2024.
Lo scopo è il seguente: “Per il miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale su tutto il territorio nazionale, nell’ambito delle iniziative previste dal Contratto di servizio nazionale tra la Rai e il ministero delle Imprese e del Made in Italy di ammodernamento, sviluppo e gestione”.
Solo coloro che non dispongono di un televisore in casa sono esenti dal pagamento del canone. Vi sono ulteriori eccezioni, come ad esempio l’età anagrafica o il ruolo amministrativo: gli over 75 sono esenti, ma solo se il loro reddito è inferiore a 8000 euro; i militari delle Forze Armate sono esenti, così come gli agenti del consolato.
Le conseguenze della legge di bilancio 2024
Questa manovra è stata letta da alcuni vertici politici con la lente del sospetto, in base a quanto è successo con il caso Ranucci. Il giornalista di Report è stato convocato dalla Vigilanza Rai per l’inchiesta sull’eredità di Berlusconi, alzando un polverone sul governo meloniano. Alcuni politici della maggioranza, hanno ritenuto che il taglio del canone potesse essere un movente per la vendetta della rete contro il partito che starebbe cercando di screditare.
Tra le novità già approvate dalla maggioranza, è previsto il taglio del cuneo fiscale e l’incremento del tasso di Iva sui prodotti dell’infanzia. Anche i prodotti sanitari per il ciclo mestruale torneranno a costare di più per l’incremento dell’Iva (assorbenti, coppette, tamponi). È previsto tuttavia un bonus nido per i nuovi nati che siano al di sotto dei dieci anni.