Caso Mollicone, si riapre il processo per l’omicidio della 18enne
Sono giunte nuove importanti verità sul caso irrisolto di Serena Mollicone.
La corte d’Assise di Roma ha deciso per la riapertura del caso di Serena Mollicone, la 18enne di Arce morta per omicidio nel giugno del 2001. La Procura generale aveva avanzato la richiesta di ascoltare 44 testimoni chiave e solo di recente la corte ha dato l’ok.
L’anno scorso, nel processo in primo grado, il tribunale di Cassino ha fatto cadere le accuse contro gli imputati Franco Mottola, comandante dei carabinieri, la coniuge Annamaria e il loro figlio Marco. Secondo le indagini pregresse, questi avrebbero compiuto l’omicidio di Arce, in provincia di Frosinone, occultando poi il cadavere della vittima.
Insieme alla famiglia Mottola, sotto accusa sono stati anche il luogotenente Vincenzo Quatrale per concorso in omicidio e Francesco Suprano per favoreggiamento. Anche questi indiziati sono stati giudicati innocenti in prima istanza, nel 2022. Le prove a sostegno dell’accusa sono state infatti giudicate insufficienti dalla corte di Cassino.
Tuttavia, con la riapertura del caso, la corte Capitale procederà gradatamente a rivedere testimonianze e ascoltarne di nuove. Infatti, il 20 novembre è prevista un’udienza durante la quale la corte ascolterà i consulenti di tutti i 44 testimoni chiave, dopodiché procederà con l’ascolto dei testi. Sono emersi nuovi nomi.
Le nuove informazioni sul caso Mollicone
Tra i nuovi testi individuati dagli avvocati dell’accusa vi è Gabriele Tersigni, luogotenente ed ex comandante in carica ai tempi dell’omicidio presso la stazione dei carabinieri di Fontana Liri. È emerso che Tersigni sapesse che la vittima fosse entrata in caserma quel mattino del 1° giugno 2001 e che non fosse più uscita.
A rivelarlo a Tersigni è stato il brigadiere Santino Tuzi. Questi gli ha fatto una confidenza nel lontano 2008, dopodiché, la sua storia si colora di nero: Tuzi si è tolto la vita poco tempo dopo essere stato sottoposto a interrogatori.
Un altro elemento che ha gettato il caso Mollicone nell’ombra è il fatto che, stando all’accusa, i giudici si sarebbero rifiutati categoricamente di ascoltare la testimonianza di Tuzi, teste chiave. Sta di fatto che il corpo senza vita di Serena Mollicone è stato ritrovato a Fonte Cupa, in un bosco.