Importante svolta per gli astronauti: da alcune ricerche, si potrebbe arrivare a raggiungere Marte in soli 45 giorni.
Gli astronauti che sono solitamente impegnati in missioni spaziali e che hanno avuto modo di raggiungere Marte, ci hanno impiegato ben sette mesi.
Un tempo lunghissimo per gli astronauti e che comporta problemi come l’esposizione alle radiazioni, il decadimento muscolare e la noia, oltre alla questione legata al rifornimento di cibo che rappresenta un costo elevato per la missione.
La NASA, quindi, sta pensando di adottare la tecnologia nucleare per ridurre drasticamente il tempo di viaggio con equipaggio verso Marte: ecco in cosa consiste questa idea.
Tra i programmi previsti della Nasa vi è l’Innovative Advanced Concepts (NIAC), che finanzia idee tecnologiche che potrebbero rivelarsi fondamentali per il futuro, ma che si presentano ancora come idee embrionali. Tra i progetti di quest’anno spunta all’occhio quello del professor Ryan Gosse dell’Università della Florida: il progetto è stato chiamato “Bimodal NTP/NEP with a Wave Rotor Topping Cycle” e sostiene che la combinazione della Propulsione Termica Nucleare (NTP) e della Propulsione Elettrica Nucleare (NEP), possano drasticamente ridurre il tempo necessario per raggiungere Marte nelle future missioni.
Ad oggi, le navicelle spaziali che partono per missioni volte ad esplorare il cosmo, usano la propulsione chimica classica sebbene molti strumenti sono alimentati dal decadimento radioattivo. Usando l’energia nucleare, invece, si potrebbero avere degli importanti vantaggi: primo fra tutti la riduzione del carico di carburante. Secondo le recenti ricerche, quindi, la Propulsione Termica Nucleare riscalderebbe un propellente fino a farlo diventare un plasma, poi espulso per mezzo di un ugello utile per spingere l’astronave nella direzione opposta. La Propulsione Elettrica Nucleare, invece, utilizzerebbe l’energia prodotta dal reattore per alimentare un propulsore a ioni.
Il professore che ha avanzato l’idea di un viaggio su Marte della durata di 45 giorni, crede che entrambe le tecnologie possano essere combinate con l’uso di un “rotore a onde” utile per separare il reattore dal gas motore, con lo scopo di riuscire ad ottenere un impulso specifico (ISP) di 1.800-4.000 secondi. Questo supererebbe di gran lunga i limiti attuali e permetterebbe di ridurre notevolmente i tempi del viaggio nelle missioni spaziali.
Non è la prima volta che gli scienziati si mettono a studiare come poter inviare spedizioni umane su Marte evitando che il viaggio duri troppi mesi. Pochi anni fa, anche un team di ricercatori dell’Università di Montreal aveva valutato il potenziale di un sistema a propulsione laser per ridurre il viaggio verso Marte a soli 45 giorni.