Le donne di Gaza sono costrette a partorire in strada, in scarse condizioni igieniche e sicurezza.
Unicef ha diffuso i dati relativi alle condizioni igienico-sanitarie in cui si trovano le donne in stato di gravidanza a Gaza. Attualmente, sarebbero circa 50.000 le donne incinte, con una stima di 180 parti giornalieri. Questi sono avvenuti finora in situazioni critiche di pericolo, a causa delle conseguenze della guerra tra Israele e Hamas.
A Gaza, secondo Unicef, anche le neo mamme avrebbero bisogno di assistenza sanitaria post-parto, ma le strutture preposte sono state chiuse o bombardate dal fuoco di Israele. Stando ai dati, un’altra complicazione è costituita dalla mancanza di carburante per poter trasportare donne e bambini in strutture di sicurezza, laddove ancora in piedi.
Unicef ha contato 155.000 donne in grave pericolo per la mancata possibilità di accedere a servizi ostetrici di emergenza, pre e post parto. La maggior parte di queste donne ha dunque provveduto a partorire per strada o nei rifugi di fortuna o, addirittura, tra le macerie degli edifici colpiti.
Questo elemento ha suscitato enorme preoccupazione tra i membri di Unicef. A fare le spese del conflitto sono anche le donne, le quali rischiano infezioni e complicazioni per l’assenza di cure mediche opportune. Anche il capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella, ha speso parole cariche di cordoglio per la condizione della donna a Gaza.
Il conflitto tra Israele e Hamas si inscrive nella storia della guerra israelo-palestinese, che è stata combattuta negli ultimi 75 anni tra più forze politiche. Quello su cui i media occidentali si sono focalizzati, dopo l’offensiva di Hamas che ha inasprito il conflitto nelle ultime settimane, è il fattore umanitario: è stato reputato indecoroso e barbarico colpire i civili da parte di Hamas.
È emersa anche la voce di studenti e intellettuali, i quali hanno manifestato a favore di Gaza e della sua liberazione, accusando l’occidente di ipocrisia poiché pubblico sostenitore dello stato di Israele, ritenuto corrotto e genocida. Attualmente, la situazione a Gaza è emergenziale: anche il più grande centro sanitario, Al Shifa, è stato preso d’assalto.