Una nuova pista ciclabile a Torino ha fatto creato diverse polemiche tra i cittadini.
L’ambiente è un tema caldo dell’attualità. Le conseguenze del surriscaldamento globale sono ormai palpabili per chiunque, anche per quelli che, qualche anno fa, ne negavano l’esistenza. Quest’anno, sono state registrate le più alte temperature della storia umana, nonché la presenza di una lunghissima estate, protrattasi fino a ottobre.
Anche per quel che riguarda l’inquinamento, si può affermare che le città industriali siano sempre più in stato di emergenza. Ci sta provando Treedom a riequilibrare la situazione, da poco attiva anche sul territorio italiano per piantare alberi e agevolare la proliferazione di spazi verdi che decrementino la CO2.
Una delle città più pericolosamente inquinate è proprio Torino. L’ambiente non presenta una accettabile soglia di salubrità dell’aria, benché vi siano parchi e zone verdi sparse a macchia d’olio per il centro e per le zone periferiche. L’inquinamento è alle stelle, difatti, da anni, è stata diramato un comunicato che vieta la circolazione ad alcuni tipi di auto.
Alcuni cittadini torinesi si sono a lungo lamentati anche del malfunzionamento di alcuni mezzi di trasporto. Questa lamentela ha trovato terreno fertile nel malcontento di tanti studenti fuorisede, i quali auspicavano una città molto meglio collegata anche con Lingotto, Biella e le località limitrofe.
Tuttavia, Torino può vantare, in ogni caso, di zone adibite per il trasporto green. Sono presenti infatti stazioni di ricarica per auto elettriche, postazioni per monopattini o auto Enjoy, nonché per biciclette elettriche. Ad accompagnare queste agevolazioni, vi sono anche delle piste ciclabili.
Tuttavia, proprio di recente, è stata realizzata la pista ciclabile più corta di sempre. Lunga appena 7 metri, ha fatto sorridere, divertire, ma anche e soprattutto ironizzare sull’impegno profuso per risolvere l’emergenza dello smog e dell’inquinamento in città.
La pista ciclabile più corta del mondo si trova dunque a Torino, in corso Umbria, dopo l’incrocio tra via Livorno e San Donato. Non va da nessuna parte, non comincia da nessuna parte. La sua lunghezza è tale da ospitare giusto una bicicletta per un uomo medio adulto.
C’è chi, in questo progetto, ci ha visto non ironicamente un’istallazione di arte concettuale, come se si trattasse di un’opera d’arte volta a smuovere la coscienza dell’amministrazione comunale. Invece, altri ritengono che si tratti del principio di un progetto di riqualificazione del territorio, partito… un po’ male.