Ruki, il fiume più oscuro al mondo che continua a sorprendere gli scienziati
Il fiume più scuro del mondo si trova in Congo.
I ricercatori hanno organizzato un viaggio in Congo e, osservando da vicino l’omonimo fiume, hanno notato uno dei suoi affluenti, ossia il Ruki. Dal principio, hanno notato che questo fiume fosse molto più scuro di quanto previsto normalmente. Da lì, hanno dunque cominciato a porsi delle domande sulla natura speciale dell’affluente.
Uno dei ricercatori, Travis Drake, dal cognome eccellente nel campo della esplorazione, si è detto parimenti affascinato da quello che, nelle prime battute, è parso essere un mistero della scienza. Il Ruki non è il solo fiume a sembrare più scuro rispetto al normale. Anche il Rio Negro della Amazzonia lo è, pur se non a questi livelli.
Tuttavia, grazie a un’azione di studio congiunta tra il gruppo Sustainable Agroecosystems di Johan Six e diversi istituti di ricerca di fama internazionale, i ricercatori hanno compreso la natura del Ruki: il fiume ha una particolare morfologia, presentando una quasi nulla presenza di sedimenti.
Il nero è dunque ascrivibile alla presenza di materiale organico disciolto in quantità massicce. Le sostanze disciolte in questione sono ricche di carbonio, poiché derivano direttamente dalle precipitazioni che si abbattono sulla foresta congolese. Tramite queste, inoltre, si aggiungono anche composti organici delle piante in decomposizione.
Il giudizio di Travis Drake
Travis Drake ha detto la sua sul fiume Ruki, l’affluente che si lancia nel Congo. Secondo lui, per comprendere al meglio la morfologia e le caratteristiche del fiume, è necessario paragonarlo a un “Thè fermentato dalla giungla stessa”. In effetti, il Ruki contiene molto materiale organico. Anche durante la stagione delle piogge.
Con la pioggia torrenziale, il fiume esonda, andando a riversare le sue acque nelle terre circostanti per settimane. Queste acque sono già pregne di elementi organici che vanno, dunque, ad arricchire ulteriormente le stesse terre che sono responsabili della presenza di materiale organico nel fiume.
L’ecosistema speciale del Ruki
Grazie alla missione scientifica di Drake nel 2019, è stato possibile osservare da vicino le caratteristiche speciali dell’affluente nero del Congo. A tutti gli effetti, ammettono i ricercatori, si tratta di un fiume che rientra perfettamente in un ecosistema finito e autosufficiente.
Il Ruki si configura come uno dei serbatoi di carbonio più imponenti tra le risorse naturali attuali. Lo scopo di Drake e dei ricercatori è, attualmente, cercare di proteggere l’ecosistema dalla massiccia estrazione del composto da parte di terzi ed evitare, dunque, il rilascio di altra CO2 nell’ambiente.