L’organizzazione per i diritti umani ha sottolineato la necessità di pausa umanitari a Gaza.
Agnès Callamard è la segretaria generale di Amnesty International e ha sottolineato con forza la necessità di una pausa umanitaria per quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza: la regione è diventata teatro di scontro senza scrupoli, tanto per militari che per innocenti. L’appello ha sortito i suoi effetti sull’ONU, benché la guerra si stia protraendo.
Nello specifico, Amnesty ha posto l’accento sulle vittime infantili della guerra: “Esortiamo anche tutti i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu a prendere tutte le misure necessarie per garantire che entrambe le parti in conflitto la rispettino. I bambini di Gaza non possono aspettare.”
Callamard ha inoltre criticato in modo sotteso anche le scelte degli altri stati dell’Organizzazione: “Sebbene gli Stati Uniti abbiano scelto di astenersi, anziché votare a favore, ciò rappresenta un primo segnale della loro volontà di prendere le distanze dalla posizione di sostegno incondizionato a Israele nel contesto delle deliberazioni dell’Onu.”
Di seguito, è arrivato dunque il reale appello di Callamard, specificamente per il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden: “Chiediamo al presidente Biden di utilizzare tutta l’influenza della sua amministrazione su Israele per garantire che questa risoluzione venga attuata il prima possibile”.
“Amnesty International chiede un cessate il fuoco dal 26 ottobre e continuerà a farlo. Un cessate il fuoco negoziato e completo porrebbe fine agli attacchi illeciti da parte di tutte le parti in conflitto, fermerebbe l’aumento delle vittime civili a Gaza e consentirebbe alle agenzie di soccorso di fornire assistenza umanitaria, acqua e forniture mediche fondamentali, per alleviare l’indicibile sofferenza umana. Inoltre, un cessate il fuoco offrirebbe l’opportunità di ottenere il rilascio degli ostaggi detenuti dal 7 ottobre da Hamas e altri gruppi armati” è quanto affermato da Callamard.
Ciononostante, il cessate il fuoco non è ancora stato invocato da tutti gli stati. Oltre a studenti ed intellettuali, solo Spagna, Belgio e Irlanda si sono detti palesemente a favore del provvedimento. La stessa Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio europeo di Amnesty ha sottolineato quanto assurdo sia, secondo lei, che alcuni paesi ostacolino la pace fornendo armi a Israele.