Accoltella la moglie dopo una lite sul femminicidio di Giulia Cecchettin, il figlio chiama la polizia
Un altro caso di cronaca nel paese: donna accoltellata dal marito. I due stavano discutendo sul femminicidio di Giulia Cecchettin.
La morte della 22enne Giulia Cecchettin per mano del fidanzato, ha sconvolto l’opinione pubblica e scatenato dibattiti sui media (e non solo).
La storia della giovane di Vigonovo ha dato vita a discussioni e dibattiti anche in ambienti familiari, ma quanto si è verificato a Portogruaro supera ogni macabra immaginazione.
La discussione di una coppia sul femminicidio di Giulia Cecchetin ha scatenato l’ira del marito, che si è scagliato contro la moglie accoltellandola.
Portogruaro, donna accoltellata: i fatti
A Portogruaro, in provincia di Venezia, il caso di Giulia Cecchettin è diventato motivo di una discussione molto accesa all’interno di una famiglia. I fatti risalgono a lunedì 20 novembre scorso, quando marito e moglie si sono trovati a confrontarsi sul femminicidio della 22enne. Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, i due stavano ascoltando un servizio sulla Cecchettin quando il marito ha sbottato: “Chissà cosa aveva combinato”. L’affermazione non è affatto piaciuta alla moglie che, profondamente infastidita, ha aggredito il compagno: “Parli da criminale!”.
Da qui, sarebbe partita la discussione tra marito e moglie, poi sfociata in violenza: lui le ha prima sferrato un pugno nell’addome lasciandole un ampio livido sul costato e poi avrebbe impugnato il coltello per ferirla. La lama dell’arma, fortunatamente, non è penetrata in profondità grazie al maglione che la donna indossava. Immediatamente, il figlio della coppia ha allertato i soccorritori e le forze dell’ordine, che hanno proceduto con la medicazione e con l’allontanamento della donna e del bambino dal nucleo familiare.
L’uomo aveva precedenti
L’uomo che ha aggredito la moglie durante una discussione sul femminicidio di Giulia Cecchettin, era già stato denunciato dalla compagna per lesioni aggravate ed era in attesa di affrontare il processo. Negli anni, intanto, la coppia si era riavvicinata e lei era tornata a vivere sotto lo stesso tetto del compagno. A difendere la donna, che ora è stata trasferita in una struttura protetta gestita dal Centro antiviolenza di Portogruaro attraverso la cooperativa “L’Arco”, c’è l’avvocatessa Patrizia Perulli.
“Non date una seconda possibilità ai vostri mariti e compagni. Chi ti mette le mani addosso una volta, lo farà ancora – ha detto la legale – . Chi ha una certa indole, anche se c’è una riconciliazione, continuerà a dimostrare che può fare quello che vuole”. “Bisogna ascoltare i campanelli d’allarme. Quello che è accaduto lunedì sera è triste e avvilente, perché per quanto si parli di violenze domestiche, le donne continuano a subire”, ha sottolineato ancora l’avvocatessa Perulli.