Dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, parlano i compagni di classe della vittima e di Filippo Turetta.
Giulia Cecchettin è morta per mano del fidanzato, Filippo Turetta, che l’ha uccisa perché lei si rifiutava di rinunciare alla laurea.
L’omicidio della ventenne di Vigonovo ha smosso le coscienze e scatenato il dibattito – e le manifestazioni in piazza – sull’intervento dello Stato per le vittime di violenza per mano degli uomini che raccontano di amarle.
Filippo Turetta ha premeditato l’omicidio di Giulia Cecchettin, tanto che nel suo zaino c’era il coltello con cui l’ha colpita più volte dopo la discussione. Ora, però, i compagni dell’omicida ne tracciano un profilo diverso.
Filippo Turetta aveva la classica immagine di bravo ragazzo, nessuno avrebbe mai immaginato che si potesse macchiare di un omicidio così brutale come quello compiuto sulla fidanzata Giulia Cecchettin. Ossessivo e morboso, Filippo era stato più volte lasciato dalla ragazza che, però, spinta dalla pietà e dai sensi di colpa, aveva sempre creduto che potesse cambiare. È per questo motivo che Giulia ha anche accettato di vederlo per l’ultima volta, quando poi lui ha deciso di mettere fine alla vita della fidanzata perché geloso che si stesse laureando prima di lui.
Ma chi era Filippo Turetta? Studente di biomedica, è stato descritto come un ragazzo per lo più solitario, che trascorreva gran parte delle sue giornate da solo o in compagnia di Giulia. Intanto, proprio su di lui, è intervenuto un ex compagno di classe, che lo ha descritto come un ragazzo loquace, che non ha mai avuto scatti di ira e di cui mai nessuno ha pensato potesse arrivare fino a tanto. “In due anni che siamo stati in classe assieme non l’ho mai visto perdere le staffe, arrabbiarsi in modo particolare, quindi la ricostruzione che lui fosse irascibile e spaccasse qualsiasi cosa nei momenti di collera non mi risulta, almeno durante quegli anni”, ha spiegato il giovane che ha frequentato con Turetta il liceo.
Intanto, Filippo Turetta è stato arrestato a distanza di una settimana dall’omicidio della fidanzata dalle guardie tedesche. L’omicida, infatti, era riuscito ad arrivare fino in Germania, ma senza soldi e senza benzina, è stato costretto a mettere fine alla fuga.
Portato in Italia, prima di incontrare i suoi genitori, sarà ascoltato dall’avvocato che lo assisterà nel corso del processo che lo vede imputato per l’omicidio della fidanzata Giulia Cecchettin.