I fatto risalgono al 2019 quando una ragazza è stata segregata e violentata dal suo ex fidanzato e un suo amico all’interno di un maneggio.
La vittima di questa triste vicenda è una ragazza di origini tedesche, scappata dalla sua famiglia nel 2019 insieme a colui che ai tempi era il suo fidanzato, Ali, di origini pachistane e più grande di lei di dieci anni.
Arrivati in Italia, i due hanno trovato lavoro in un maneggio di Roma nord, a Cesano, dove lavorava anche un connazionale di Ali, Yasir.
I due hanno deciso di approfittare della ragazza diventandone i suoi aguzzini: la vittima, che all’inizio dell’incubo aveva solo 17 anni, è stata violentata e maltrattata per due anni.
La vittima di questa triste vicenda era minorenne ai tempi dei fatti accaduti all’interno di un maneggio situato a Cesano, nella zona nord di Roma. Arrivata in Italia insieme al fidanzato di origini pachistane, è andata inconsapevolmente incontro al suo incubo più brutto. All’interno del maneggio è stata segregata per ben due anni, privata dei documenti e del telefono, e costretta ad accontentare i desideri sessuali dell’allora fidanzato e dell’amico pachistano.
Nessuno, all’interno del maneggio, si era mai accorto delle sevizie cui era costretta la giovane tedesca, che non sapeva neanche parlare italiano. In questi giorni, la notizia accaduta nel 2021 è stata rilanciata in seguito alla prima condanna inflitta al fidanzato pachistano della vittima. Ali è stato giudicato per i reati di violenza sessuale, lesioni personali, sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia, aggravati dall’età della vittima (minorenne al momento delle violenze) e dal fatto che lei non parlasse la lingua italiana, mentre Yasir, un 39enne amico dell’ex della giovane, è in attesa di giudizio per gli stessi reati.
L’incubo della ragazza tedesca è arrivato a conclusione solo grazie all’intervento di un passante, che ha notato la giovane strattonata dai due. Tornato indietro, ha deciso di chiedere alla vittima se avesse bisogno di qualcosa, nonostante il fidanzato dell’epoca lo avesse invitato ad allontanarsi presentandosi come il marito. In quel momento, la vittima ha trovato il coraggio di reagire e salire a bordo dell’auto del passante.
“Ero in macchina e ho visto due uomini che la strattonavano per le braccia. Ho chiamato subito il 112. Poi sono tornato indietro e le ho chiesto se andasse tutto bene. Lei aveva lo sguardo atterrito, ma non rispondeva. Uno dei due ha detto di essere suo marito – ha raccontato l’uomo che l’ha salvata nel corso del processo – . Non gli ho creduto e ho offerto alla ragazza un passaggio: lei è salita in auto e mi ha ringraziato in inglese. Poi l’ho accompagnata dai carabinieri”.