Profonda crisi per l’Indotto Ex Ilva: i lavoratori non potranno essere pagati per il mese di dicembre. La Lettera dell’A.i.g.i., Associazione Indotto e General Industries.
Niente stipendi, né tredicesima, né pagamento dei contributi: questa è la triste notizia che hanno ricevuto più di tremila dipendenti dell’ex Ilva di Taranto.
La situazione ha portato ad una denuncia da parte dell’A.i.g.i., Associazione Indotto e General Industries, di cui fanno parte oltre 50 aziende dell’indotto del siderurgico ex Ilva di Taranto, e che hanno inviato una lettera alle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Taranto e nazionali.
A soffrire la crisi attraversata dall’azienda, infatti, non sono solo gli operai dell’Ex Ilva, ma anche altri 10mila dipendenti di Acciaierie d’Italia.
I 3500 dipendenti di A.i.g.i hanno ricevuto la comunicazione che, per il mese di dicembre, non potranno ricevere stipendio, tredicesima, e contributi. “Lo stato di profonda crisi in cui versano le nostre imprese, a causa dei mancati pagamenti da parte di Acciaierie d’Italia, ci vedono costretti a non poter far fronte, per questo mese, al pagamento di stipendi, tredicesime, oneri fiscali e previdenziali – si legge nella missiva inviata anche alle segreterie regionali e nazionali di Fiom, Uilm, Usb e Fim – […]Nonostante gli appelli lanciati più volte, le numerose richieste di incontro inviate al management della società, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri Urso e Fitto, al fine di addivenire ad una soluzione ai fini di una ripresa della produzione in chiave ecocompatibile, sono rimasti lettera morta”.
La denuncia dell’ A.i.g.i, dunque, racconta anche di un difficile rapporto tra l’azienda e le istituzioni, totalmente assenti e sorde davanti alle innumerevoli richieste di aiuto in un periodo di grande sofferenza economica. “[…]Chiediamo da mesi di poter rientrare dello scaduto alla luce dello stallo decisionale a cui si è giunti da parte degli attori interessati – Governo e parte privata – con conseguente riduzione totale delle commesse ed addirittura il blocco di quelle che avevamo acquisito sulle quali abbiamo anche investito ingenti risorse economico-finanziarie – si legge ancora nella lettera – . Non intravediamo spiragli di programmazione. Al prossimo 31 dicembre non si registrano ordini, non c’è un programma lavorativo”.
La denuncia da parte dell’ A.i.g.i e la condizione critica in cui versa potrebbe però portare all’annullamento della trattativa tra ArcelorMittal e Invitalia, la controllata del ministero dell’Economia socia di minoranza in Acciaierie d’Italia, sul rifinanziamento della società per garantirne la sopravvivenza.
Ma, per Franco Rizzo e Sasha Colautti dell’esecutivo nazionale Usb, la lettera inviata da A.i.g.i è “pretestuosa e strumentale”. Con questa mossa l’Associazione Indotto e General Industries vorrebbe solo “spingere il governo, per evitare disordini sociali, a elargire ancora più risorse pubbliche che verranno puntualmente dilapidate dal socio privato”.