Il centro operativo per la sicurezza cibernetica di Catania ha svolto un’operazione in tutta Italia.
Da Catania, le autorità per la sicurezza cibernetica e la salvaguardia del diritto d’autore hanno svolto un’operazione capillare su più fronti. L’obiettivo che le ha guidate è stato arginare la pirateria, nello specifico la proliferazione in tutta Italia di IPTV. Si tratta del cosiddetto “pezzotto”, un sito che offre gratuitamente contenuti che non gli appartengono.
La piattaforma è già stata al centro di numerose polemiche, nonché di provvedimenti legali per quel che riguarda lo streaming delle partite di calcio di serie A. Molti utenti, infatti, si sono serviti del sito illegale per poter accedere ai contenuti distribuiti da DAZN e Sky, aggirando l’abbonamento e commettendo dunque un illecito.
Le multe sono state assegnate a tanti utenti italiani, accompagnandole a un pacchetto di sanzioni per quanti fossero stati scoperti a usufruire di IPTV. Tuttavia, per quanto anche la Federcalcio abbia cercato di far fronte al problema, il sito ha continuato a rimanere attivo, offrendo i servizi di cui sopra.
Nella giornata del 18 dicembre però, l’inchiesta del centro operativo per la sicurezza cibernetica catanese ha raggiunto 21 presunti colpevoli. Gli indagati provengono da più zone dello Stivale, come ad esempio Messina, Siracusa, Cosenza, Alessandria, Napoli, Salerno, Reggio Emilia, Pisa, Lucca, Livorno e Bari.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i 21 indiziati sono riusciti a eludere i sistemi di sorveglianza grazie a messaggi crittografati, messaggi in codice e piattaforme specifiche segrete. I 21 indagati, inoltre, avrebbero fatto uso di identità fittizie e carte di credito false per noleggiare i server utili alla loro operazione illegale. Difatti, a essere danneggiate sono state anche Amazon e Netflix.
“È una associazione criminale organizzata in modo gerarchico secondo ruoli distinti e ben precisi e con promotori distribuiti sul territorio nazionale e all’estero, avente come finalità la costante distribuzione, a un elevatissimo numero di utenti, di palinsesti live e contenuti on demand protetti da diritti televisivi, con profitti mensili per svariati milioni di euro” ha affermato in una nota un rappresentante della polizia postale di Roma, che ha collaborato con le autorità catanesi.