Omicidio Vanessa Ballan, i magistrati: “Caso sottovalutato, il delitto era premeditato”
Il femminicidio di Vanessa Ballan scuote ancora l’opinione pubblica: i magistrati hanno stabilito che la situazione è stata sottovalutata.
L’omicidio di Vanessa Ballan poteva essere evitato se le autorità competenti non avessero sottovalutato la situazione.
Uccisa per mano del kosovaro Bujan Fandaj, con cui aveva avuto una breve relazione finita lo scorso agosto, Vanessa era costantemente minacciata e perseguitata dall’uomo, tanto da averlo già denunciato per stalking.
La situazione, però, è stata evidentemente sottovalutata: l’uomo non è stato monitorato e ha premeditato il delitto della 26enne di Treviso.
Omicidio Vanessa Ballan: il mea culpa della magistratura
Vanessa Ballan aveva 26 anni, era mamma di un bambino di quattro ed era al secondo mese di gravidanza. La sua colpa è stata quella di intrecciare una breve relazione con Bujan Fandaj, kosovaro titolare di una piccola impresa edile, con cui aveva deciso di chiudere ogni rapporto lo scorso agosto. Vanessa credeva di poter ricominciare una nuova vita insieme al compagno Nicola Scapinello, di 28 anni, ma tutto è cambiato quando l’ex Fandaj ha iniziato a tormentarla con minacce continue. L’ultima, in cui l’aveva avvertita che avrebbe diffuso sui social un video privato, aveva spinto la Ballan a denunciarlo per stalking.
Dopo la denuncia le minacce erano sparite, ma pochi giorni prima del delitto, Fandaj aveva provato a scavalcare la recinzione della casa in cui Vanessa viveva insieme al figlio e al compagno. Tutte queste situazioni, tuttavia, non erano state ritenute pericolose dalle autorità. “La valutazione fatta – ha ammesso il procuratore di Treviso Marco Martani – era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata”. E, alla fine, Vanessa Ballan è stata una delle tante vittime di femminicidio.
L’omicida aveva premeditato tutto
Una serie di elementi, quindi, hanno spinto gli investigatori ad appurare che il femminicidio di Vanessa Ballan sia stato premeditato. Per raggiungere la casa della donna, Bujar ha usato una bicicletta così da eludere i dispositivi di rilevamento delle targhe ed evitare di lasciare tracce. Nel raggiungere l’abitazione della ex compagna, ha portato una borsa contenente un martello per sfondare la porta dell’abitazione ed un coltello, lasciato sul posto dopo aver inferto almeno sette pugnalate mortali a Vanessa.
Infine, dettaglio da non sottovalutare, Bujan Fandaj ha aperto una nuova utenza telefonica appena due giorni prima: questo fa pensare che esisteva un suo progetto di fuga e che, evidentemente, l’omicidio di Vanessa era già stato premeditato. Arrestato nella serata del 19 dicembre dagli uomini dell’Arma, potrebbe essere condannato alla più severa delle pene, senza possibilità di ricorrere a riti alternativi.