La Arabat ha inventato una soluzione ecologica di riciclo delle batteria tramite l’uso delle arance.
La crisi ambientale sta coinvolgendo sempre più i cittadini europei. Mentre l’Ue si appresta a elaborare nuove direttive per la salvaguardia dell’ambiente e sopperire alle conseguenze del riscaldamento globale, in tutto il mondo stanno emergendo nuovi talenti in grado di portare innovazione in tal senso.
È il caso di quattro ingegneri pugliesi che hanno sviluppato un approccio innovativo al riciclo delle batterie al litio. Sono loro ad aver fondato la startup Arabat. In netta opposizione ai metodi tradizionali, che coinvolgono processi termici o pirometallurgici, noti per il loro impatto ambientale significativo, Arabat ha rivoluzionato tutto.
La startup ha infatti introdotto un approccio idrometallurgico unico, che sfrutta materiali ecologici come l’acido citrico e gli scarti di frutta e verdura. Nello specifico, le arance. Questa soluzione non solo riduce l’impronta ecologica del riciclo delle batterie, ma si presenta anche come un modello economicamente sostenibile.
Una delle novità più impattanti del metodo riguarda la temperatura del processo. Infatti, utilizzando biomassa già trattata in precedenza, si riduce l’uso delle temperature elevate del procedimento. In più, così facendo, anche le tempistiche si dimezzano. Il risultato è un abbattimento totale del costo del riciclo, sia in termini economici che ambientali.
L’uso di scarti vegetali, frutta e verdura ha un duplice vantaggio. Da una parte, si alimenta un tipo di economia circolare, basato sullo sfruttamento delle risorse a fin di bene, ossia non sprecandole, bensì riutilizzandole in modo intelligente.
In secondo luogo, questa tendenza, se assecondata, potrebbe portare alla vertiginosa diminuzione dell’estrazione di massa di materie prime dal suolo. A cascata, il vantaggio successivo sarebbe abbattere la dipendenza economica da questo genere di attività. A vincere sarebbero l’ambiente e le industrie, nonché gli esseri viventi.
Il metodo innovativo di Arabat, infine, si configura come un ottimo strumento per il recupero di metalli preziosi contenuti nelle batterie al litio. Attualmente, la più grossa estrazione di litio, coltan e altre risorse utili per la fabbricazione di cellulari, è situata in Congo.
È stato scoperto che lì non sia insolito utilizzare manodopera infantile a basso costo. Insomma, l’innovazione dei quattro pugliesi ha fornito un esempio positivo da cui poter attingere su piccola e larga scala. La notizia è stata accolta con enorme favore dei concittadini.