Stop al Decreto Crescita, Salvini: “La Serie A non ha bisogno di un reddito di cittadinanza per gli stranieri”
Il ministro dei Trasporti italiano ha esplicitato le clausole del Decreto Crescita: stop al reddito per i calciatori stranieri.
La proroga del Decreto Crescita non è stata rinnovata, quindi il mondo del Calcio ha perso un forte introito: sono stati tagliati i fondi e gli sconti fiscali alle società per pagare i calciatori provenienti dall’estero. Il motivo della decisione è stato esplicitato dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini.
“Sono convinto sia una scelta equa e giusta“ ha esordito Salvini sull’argomento – “L’obiettivo del governo è aiutare il calcio italiano anche e soprattutto valorizzando i vivai. Per questo motivo, la Lega ha ritenuto di stoppare la norma che consente ai calciatori stranieri di pagare meno tasse”.
Secondo Salvini, il Decreto Crescita avrebbe già arricchito in gran quantità i club che hanno disposto dei fondi per anni, per l’acquisto dall’estero di campioni a metà prezzo. Per questo motivo, ha continuato la sua disamina sottolineando il secco no alla proroga dell’agevolazione, restando aperto a ulteriori spunti da parte di altri politici.
“Il decreto Crescita ha permesso ai club di acquistare atleti dall’estero con lo sconto: un aiuto straordinario, durato anni, che doveva essere l’occasione per rilanciare i nostri campionati. Rendendoli più competitivi e attraenti. Così non è stato, e mi sorprende la reazione dei club: sembra che il problema della nostra serie A sia la mancanza di una sorta di reddito di cittadinanza per i giocatori comprati oltreconfine”.
La reazione dei club di serie A
La misura di abolizione del Decreto Crescita ha validità fino a febbraio 2024. Oltre quella data sarà necessario ripensare il provvedimento, valutandone la possibile riattuazione o meno. Tuttavia, fino a quel momento, il ministro dovrà rispondere del malcontento espresso dalle società di serie A. Alcuni club hanno infatti già manifestato criticità.
“Questa decisione avrà come unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito. La mancata proroga produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario” questo il commento della Lega Serie A.