È riesplosa l’emergenza Covid, insieme all’influenza stagionale. Negli ospedali i letti non bastano più per tutti.
Durante il periodo natalizio, l’influenza è circolato nelle famiglie, al chiuso delle case dei parenti. Con essa, anche il Covid è tornato a infestare le vite degli italiani. Sono circa un milione gli influenzati di Natale, soprattutto bambini. L’emergenza si è però manifestata di più negli ospedali, dove c’è una grave penuria di letti disponibili.
A Roma, le strutture sanitarie si sono bloccate. A Natale, la curva dei contagi è salita qui del 50%, raddoppiando gli ingressi ospedalieri da 200 a 480 solo presso il Politecnico pediatrico del Bambino Gesù. I bambini con problemi respiratori e influenze sono stati in media dell’età di 5 anni o poco meno.
Anche i pronto soccorso della capitale italiana sono stati invasi da emergenze influenzali. È stato infatti registrato da Fabio De Iaco (Società italiana di medicina di emergenza) un “assedio di 1100 persone nel solo Lazio, al netto dei 500 del Piemonte”. Mercoledì scorso, il numero di pazienti già trattati si aggirava intorno ai 2000 in una settimana.
Un altro fattore che ha inciso sulla penuria di letti ospedalieri nel Lazio è stato l’incendio dell’8 dicembre 2023. All’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, infatti, sono bruciati circa 300 letti, decretando uno svantaggio significativo contro le influenze delle vacanze natalizie.
Anna Teresa Palamara, dirigente del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ha affermato quanto segue: “Il SARS-CoV-2 ormai si è insediato stabilmente tra noi e circola a livelli sostenuti con il virus influenzale, così come il virus respiratorio sinciziale responsabile di bronchioliti nei bambini più piccoli. Il numero dei bambini malati è triplicato del 90%. E il picco deve ancora arrivare, quest’anno”.
Nel Lazio, il problema dei letti si è sommato con quello strutturale dell’assenza dei medici. Pier Luigi Bartoletti (Federazione Italiana Medici di Famiglia) ha fatto luce sulla questione: “Il sistema non è più in crisi per i morti ma perché hai in poco tempo moltissimi malati. I servizi sono diminuiti: i medici di base sono passati da 4800 a meno di 4000, i servizi ospedalieri ridotti. Sono passi indietro a prima della pandemia.”