Il Bonus asilo nido è aumentato di 2100 euro, portando il massimale a 3600 euro, invece che 3000.
Il Bonus asilo nido è stato riconfermato in seguito all’approvazione ufficiale della nuova legge di bilancio del 2024. Il contributo per pagare le rette degli asili ha dunque subito delle variazioni economiche sostanziali: per una famiglia con reddito ISEE fino a 40.000 euro con un figlio minore di 10 anni, lo stato ha consesso 2100 euro in più all’anno.
Stando così le cose, il massimale garantito è salito di più di 600€ per questo genere di nuclei. Le ultime modifiche approvate dalla manovra hanno poi inserito una clausola che riguarda i nuovi nati dopo il 1 gennaio 2024: per queste famiglie, in cui è già presente un figlio di 10 anni, le agevolazioni sono ancora più corpose, a patto che l’ISEE non superi i 40.000 euro.
Vi sono infatti risorse aggiuntive rispetto a quelle previste, che saranno distribuite in base al reddito: per i nuclei familiari con ISEE fino a 25.000 sono previsti 1100 euro in più; 600 euro per nuclei con reddito compreso tra 25.000 e 40.000 euro. Ciononostante, le agevolazioni devono essere richieste attivamente, visitando il sito dell’Inps.
Per poter accedere alla documentazione, sarà necessario possedere una identità SPID oppure CIE o CNS. Bisognerà, inoltre, allegare le prove del pagamento di almeno una retta scolastica del proprio figlio, l’iscrizione del bambino presso l’istituto scolastico e tutti i dati anagrafici del richiedente. Si ha tempo fino al 31 dicembre 2024.
Il sito dell’Inps ha diffuso i requisiti che i genitori richiedenti devono soddisfare per poter accedere al Bonus asilo nido. Innanzitutto, almeno un genitore deve essere di cittadinanza italiana, possedere residenza italiana o permesso di soggiorno valido in Unione europea. Anche chi ha status di rifugiato politico può accedere alle agevolazioni.
Deve inoltre possedere la “carta blu” che testimoni la condizione di lavoratore altamente qualificato; in caso di stranieri, deve provenire dal Marocco, Algeria o Tunisia, poiché con questi stati è in vigore un accordo euromediterraneo che garantisce la parità di trattamento professionale. Infine, è necessario che il genitore richiedente sia lo stesso che attivamente paghi le rette scolastiche.